Il Comune vuole destinare 4 milioni a nuove assunzioni
di Cristina Zagaria
Repubblica, 30 aprile 2012
"dissento da quello che gli economisti americani chiamano mainstream, il comune modo di pensare della maggioranza. La nuova generazione di economisti, purtroppo, è fatta di conformisti" (Augusto Graziani)
Realfonzo: "Per Monti i Comuni sono solo bancomat"
“Per Monti siamo solo bancomat”
di R.P.
Il Corriere del Mezzogiorno, 26 aprile 2012
La Giunta guidata dal Sindaco de Magistris si appresta a varare il bilancio di previsione. Quale è la situazione dei conti? E quale l’impatto sul Comune delle politiche contro la crisi del governo Monti?
La politica economica del governo è inadeguata – esordisce Riccardo Realfonzo, economista, assessore al Bilancio dell'amministrazione di palazzo San Giacomo -. L'esecutivo guidato da mario Monti procede con una linea di austerità, fatta di sforbiciate alla spesa pubblica, al fine di risanare i conti pubblici e abbattere il debito. Ma ormai tutti i dati mostrano che le manovre di Monti abbattono la crescita del Paese, mancando per questa ragione anche l’obiettivo del risanamento. Dal mio osservatorio la cosa risulta particolarmente evidente. La manovra del governo si affida in buona misura ai tagli dei trasferimenti ai Comuni: pensi che da quando la nostra giunta si è insediata il Comune di Napoli ha subito un taglio di circa 240 milioni di euro, oltre un terzo di quanto aveva nel 2010. E ciò impatta molto negativamente sulle economie locali.
E quali sono gli effetti maggiori di questi tagli?
In primo luogo, la grave crisi di liquidità e la conseguente difficoltà a pagare le imprese che lavorano con il Comune il che, appunto, tende ad aggravare la crisi dell’economia locale. E poi ovviamente abbiamo gravissime difficoltà a finanziare le spese fondamentali del Comune e un sistema di servizi pubblici locali dignitosi. A tutto questo si aggiungono i paradossali vincoli del Patto di Stabilità che spesso impediscono ai Comuni di spendere i pochi soldi che hanno in cassa.
Lei descrive un quadro molto grave. E la Giunta partenopea cosa fa per contrastare questa tendenza?
Tutto ciò che è in nostro potere. Lo scorso anno, con un bilancio di previsione elaborato in soli 15 giorni, siamo riusciti a contrarre di oltre 100 milioni la spesa comunale senza ridurre in alcuna maniera i servizi resi ai cittadini e preservando i posti di lavoro e i salari dei dipendenti comunali e delle aziende. E senza aumentare alcuna tassa o tariffa. Una operazione di aggressione meticolosa, caparbia e feroce agli sprechi e ai costi della politica del passato. Anche con riferimento alle società del Comune, dove abbiamo anche drasticamente ridotto le spese per i Cda ed avviato una riorganizzazione che sta già dando frutti importanti.
Critica il governo perché taglia la spesa e poi rivendica i tagli alla spesa comunale?
Gli addetti ai lavori comprendono bene che non c'è contraddizione. Vede, sostengo da tempo che per uscire dalla crisi occorrerebbe una politica espansiva. Ma nell’ordinamento italiano i Comuni subiscono le decisioni macroeconomiche del governo e delle regioni. Soprattutto nel caso dei Comuni del Mezzogiorno, la dipendenza dai trasferimenti statali è tale che se il governo taglia drasticamente i trasferimenti ai Comuni questi ultimi non possono che disporsi a contrarre la spesa. Io rivendico il fatto che sin qui la Giunta de Magistris sia riuscita ad assorbire del tutto i tagli dei trasferimenti, azzerando i costi delle politiche clientelari del passato, senza alcun onere per i cittadini e senza alcun incremento della pressione fiscale.
Si proseguirà quindi in questa direzione con il bilancio di previsione 2012?
Certo, ma il governo è andato troppo oltre. Il governo usa i Comuni come dei bancomat, prendendosi il cinquanta per cento del gettito dell’IMU, la tassa municipale sugli immobili che ha sostituito l’ICI. E nel 2012 ai cento milioni di nuovi tagli di Monti si aggiungono anche i pesanti tagli regionali, soprattutto a danno delle nostre società dei trasporti. Pensi che i tagli della Regione ai trasporti superano i cinquanta milioni negli ultimi due anni. E su tutta una serie di programmi ed opere che riguardano le nostre società, dal Caan a Bagnolifutura a Sirena, gli stanziamenti regionali si fanno attendere da troppo tempo, mettendoci in seria difficoltà. Anche sui grandi eventi come l’America’s Cup e il Forum delle Culture la Regione Campania centellina le risorse, mentre occorrerebbero investimenti massivi per aiutarci a rigenerare la città e in particolare le aree ex industriali e il centro storico. Per tutte queste ragioni, continueremo a contenere la spesa e a dare la caccia agli sprechi, ma oramai la sensazione è di non avere grandi margini di contenimento ulteriore della spesa. Non siamo praticamente più in condizione di procedere a nuovi tagli senza intaccare i servizi e garantire i posti di lavoro. E tutto ciò sarebbe disastroso. Per rilanciare l’economia cittadina servono servizi pubblici locali decorosi e non certo una disoccupazione ancora maggiore.
E quindi? Con questa premessa cosa ci riserverà il bilancio di previsione 2012? Maggiori tasse?
Noi dobbiamo tenere insieme una duplice esigenza. Da un lato, compensare almeno in parte gli ulteriori cento milioni di tagli dei trasferimenti dal centro e dall’altro difendere le fasce povere della cittadinanza, particolarmente colpite dalla crisi. Il che significa non aumentare le tariffe di cose come le mense scolastiche, gli asili e il trasporto pubblico. E ovviamente non aumentare la pressione fiscale sulle fasce di reddito più basse. Anzi io credo che compatibilmente con il quadro che sortirà dalla manovra complessivi di bilancio occorrerà fare un’attenta riflessione sull’addizionale Irpef sui redditi più bassi, che a Napoli attualmente è pari al cinque per mille, per verificare se vi sono margini per una riduzione. Farò ogni sforzo in questa direzione. Per fare tutto questo non possiamo che chiedere un contributo alla parte economicamente più solida della città. Con il sindaco e la Giunta rifletteremo in questi giorni sulle decisioni da assumere. La mia opinione comunque è che si debba utilizzare la leva dell’Imu per chiedere di più a coloro che posseggono più di un immobile, soprattutto se sfitto.
Sul versante delle società partecipate cosa dobbiamo attenderci?
La nostra politica resta orientata al rigore nel pubblico per la difesa del pubblico. Lavoriamo quotidianamente per abbattere i costi e renderle sempre più efficienti le società, senza rinunciare al controllo pubblico e difendendo i diritti dei lavoratori. E stiamo portando avanti progetti importanti, come quello della nuova società della mobilità, che nascerà entro fine anno dalla fusione di ANM, Metronapoli e Napolipark, e che sarà la più grande impresa del Mezzogiorno nel settore.
Insomma cosa si aspetta da questo bilancio di previsione?
Mi aspetto che con la guida del Sindaco la Giunta colga l’opportunità di fare una operazione che prosegua nella direzione del riequilibrio dei conti e della equità distributiva, creando le condizioni per rilanciare la macchina amministrativa, anche attraverso un futuro inserimento di giovani. Si tratta di esigenze inderogabili, perché senza enti locali risanati ed efficienti, finalmente liberi delle zavorre clientelari e della mala amministrazione del passato, e senza un sistema di sicurezza sociale minimo non ci può certo essere rilancio per l’economia locale.
Pd e a Sel entreranno in giunta?
Decide il sindaco. Ma la questione dipende anche dal Congresso del Pd e dagli assetti politici con i quali il centrosinistra si presenterà nel 2013.
di R.P.
Il Corriere del Mezzogiorno, 26 aprile 2012
La Giunta guidata dal Sindaco de Magistris si appresta a varare il bilancio di previsione. Quale è la situazione dei conti? E quale l’impatto sul Comune delle politiche contro la crisi del governo Monti?
La politica economica del governo è inadeguata – esordisce Riccardo Realfonzo, economista, assessore al Bilancio dell'amministrazione di palazzo San Giacomo -. L'esecutivo guidato da mario Monti procede con una linea di austerità, fatta di sforbiciate alla spesa pubblica, al fine di risanare i conti pubblici e abbattere il debito. Ma ormai tutti i dati mostrano che le manovre di Monti abbattono la crescita del Paese, mancando per questa ragione anche l’obiettivo del risanamento. Dal mio osservatorio la cosa risulta particolarmente evidente. La manovra del governo si affida in buona misura ai tagli dei trasferimenti ai Comuni: pensi che da quando la nostra giunta si è insediata il Comune di Napoli ha subito un taglio di circa 240 milioni di euro, oltre un terzo di quanto aveva nel 2010. E ciò impatta molto negativamente sulle economie locali.
E quali sono gli effetti maggiori di questi tagli?
In primo luogo, la grave crisi di liquidità e la conseguente difficoltà a pagare le imprese che lavorano con il Comune il che, appunto, tende ad aggravare la crisi dell’economia locale. E poi ovviamente abbiamo gravissime difficoltà a finanziare le spese fondamentali del Comune e un sistema di servizi pubblici locali dignitosi. A tutto questo si aggiungono i paradossali vincoli del Patto di Stabilità che spesso impediscono ai Comuni di spendere i pochi soldi che hanno in cassa.
Lei descrive un quadro molto grave. E la Giunta partenopea cosa fa per contrastare questa tendenza?
Tutto ciò che è in nostro potere. Lo scorso anno, con un bilancio di previsione elaborato in soli 15 giorni, siamo riusciti a contrarre di oltre 100 milioni la spesa comunale senza ridurre in alcuna maniera i servizi resi ai cittadini e preservando i posti di lavoro e i salari dei dipendenti comunali e delle aziende. E senza aumentare alcuna tassa o tariffa. Una operazione di aggressione meticolosa, caparbia e feroce agli sprechi e ai costi della politica del passato. Anche con riferimento alle società del Comune, dove abbiamo anche drasticamente ridotto le spese per i Cda ed avviato una riorganizzazione che sta già dando frutti importanti.
Critica il governo perché taglia la spesa e poi rivendica i tagli alla spesa comunale?
Gli addetti ai lavori comprendono bene che non c'è contraddizione. Vede, sostengo da tempo che per uscire dalla crisi occorrerebbe una politica espansiva. Ma nell’ordinamento italiano i Comuni subiscono le decisioni macroeconomiche del governo e delle regioni. Soprattutto nel caso dei Comuni del Mezzogiorno, la dipendenza dai trasferimenti statali è tale che se il governo taglia drasticamente i trasferimenti ai Comuni questi ultimi non possono che disporsi a contrarre la spesa. Io rivendico il fatto che sin qui la Giunta de Magistris sia riuscita ad assorbire del tutto i tagli dei trasferimenti, azzerando i costi delle politiche clientelari del passato, senza alcun onere per i cittadini e senza alcun incremento della pressione fiscale.
Si proseguirà quindi in questa direzione con il bilancio di previsione 2012?
Certo, ma il governo è andato troppo oltre. Il governo usa i Comuni come dei bancomat, prendendosi il cinquanta per cento del gettito dell’IMU, la tassa municipale sugli immobili che ha sostituito l’ICI. E nel 2012 ai cento milioni di nuovi tagli di Monti si aggiungono anche i pesanti tagli regionali, soprattutto a danno delle nostre società dei trasporti. Pensi che i tagli della Regione ai trasporti superano i cinquanta milioni negli ultimi due anni. E su tutta una serie di programmi ed opere che riguardano le nostre società, dal Caan a Bagnolifutura a Sirena, gli stanziamenti regionali si fanno attendere da troppo tempo, mettendoci in seria difficoltà. Anche sui grandi eventi come l’America’s Cup e il Forum delle Culture la Regione Campania centellina le risorse, mentre occorrerebbero investimenti massivi per aiutarci a rigenerare la città e in particolare le aree ex industriali e il centro storico. Per tutte queste ragioni, continueremo a contenere la spesa e a dare la caccia agli sprechi, ma oramai la sensazione è di non avere grandi margini di contenimento ulteriore della spesa. Non siamo praticamente più in condizione di procedere a nuovi tagli senza intaccare i servizi e garantire i posti di lavoro. E tutto ciò sarebbe disastroso. Per rilanciare l’economia cittadina servono servizi pubblici locali decorosi e non certo una disoccupazione ancora maggiore.
E quindi? Con questa premessa cosa ci riserverà il bilancio di previsione 2012? Maggiori tasse?
Noi dobbiamo tenere insieme una duplice esigenza. Da un lato, compensare almeno in parte gli ulteriori cento milioni di tagli dei trasferimenti dal centro e dall’altro difendere le fasce povere della cittadinanza, particolarmente colpite dalla crisi. Il che significa non aumentare le tariffe di cose come le mense scolastiche, gli asili e il trasporto pubblico. E ovviamente non aumentare la pressione fiscale sulle fasce di reddito più basse. Anzi io credo che compatibilmente con il quadro che sortirà dalla manovra complessivi di bilancio occorrerà fare un’attenta riflessione sull’addizionale Irpef sui redditi più bassi, che a Napoli attualmente è pari al cinque per mille, per verificare se vi sono margini per una riduzione. Farò ogni sforzo in questa direzione. Per fare tutto questo non possiamo che chiedere un contributo alla parte economicamente più solida della città. Con il sindaco e la Giunta rifletteremo in questi giorni sulle decisioni da assumere. La mia opinione comunque è che si debba utilizzare la leva dell’Imu per chiedere di più a coloro che posseggono più di un immobile, soprattutto se sfitto.
Sul versante delle società partecipate cosa dobbiamo attenderci?
La nostra politica resta orientata al rigore nel pubblico per la difesa del pubblico. Lavoriamo quotidianamente per abbattere i costi e renderle sempre più efficienti le società, senza rinunciare al controllo pubblico e difendendo i diritti dei lavoratori. E stiamo portando avanti progetti importanti, come quello della nuova società della mobilità, che nascerà entro fine anno dalla fusione di ANM, Metronapoli e Napolipark, e che sarà la più grande impresa del Mezzogiorno nel settore.
Insomma cosa si aspetta da questo bilancio di previsione?
Mi aspetto che con la guida del Sindaco la Giunta colga l’opportunità di fare una operazione che prosegua nella direzione del riequilibrio dei conti e della equità distributiva, creando le condizioni per rilanciare la macchina amministrativa, anche attraverso un futuro inserimento di giovani. Si tratta di esigenze inderogabili, perché senza enti locali risanati ed efficienti, finalmente liberi delle zavorre clientelari e della mala amministrazione del passato, e senza un sistema di sicurezza sociale minimo non ci può certo essere rilancio per l’economia locale.
Pd e a Sel entreranno in giunta?
Decide il sindaco. Ma la questione dipende anche dal Congresso del Pd e dagli assetti politici con i quali il centrosinistra si presenterà nel 2013.
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