Un bilancio controcorrente. Intervista a Realfonzo

Intervista a Realfonzo: iI Comune lotta contro i tagli di Francesca Pilla il manifesto, 26 maggio 2012 «C’ è stata una cascata di tagli. È stato difficile impedire che la casa crollasse». Luigi De Magistris apre così la conferenza stampa fiume sull`approvazione del bilancio di previsione 2012 del comune di Napoli, in un momento difficilissimo dove il fronte dei sindaci si allarga contro le misure del governo. E a Napoli è peggio che altrove perché ai tagli decisi da Roma, 195 milioni rispetto al 2010, 125 di prelievo Imu, si aggiunge l`eredità di un comune sull`orlo del dissesto e in passato più volte censurato dalla Corte dei Conti. L`assessore Riccardo Realfonzo, economista su posizioni keynesiane e antibocconiane, ha invece portato all`approvazione della giunta un bilancio controcorrente. Allora con un giorno di ritardo e discussioni a parte, com`è questo bilancio arancione? «Smantellato il vecchio sistema clientelare, era necessario redigere una manovra anti crisi. Ma devo dire che si è trattato di un percorso a ostacoli, dal momento che la politica di Monti sembra fatta apposta per strangolare le economie locali. Basti pensare che tra tagli ai trasferimenti e trattenuta sul gettito dell`Imu, il governo solo nel 2012 ha spremuto al comune di Napoli oltre 220 milioni di euro. Se a questo aggiungiamo l`eredità della giunta lervolino e oltre 30 milioni di tagli di trasferimenti regionali, ci rendiamo conto che chiudere una manovra per rilanciare la città era decisamente difficile. Senza parlare del patto di stabilità e gli ulteriori vincoli alla contrazione di mutui per investimenti.» E alla fine come avete fatto? «Abbiamo utilizzato tutte le leve a nostra disposizione per mettere al primo posto una fiscalità locale fortemente progressiva, che facesse pagare meno di prima ai più deboli e chiedesse uno sforzo ai cittadini con redditi più alti e proprietari di più immobili. Così per esempio l`Imu sulla prima casa viene fissata al 5 per mille, significa che, data la particolare configurazione delle rendite catastali e delle detrazioni, una famiglia media con una prima casa economica e popolare non pagherà nemmeno un euro. Sulle seconde case invece abbiamo portato l`aliquota al massimo ed è con questa misura che principalmente compenseremo i tagli del governo.» Dunque è possibile attuare un`altra politica economica? «Noi abbiamo imposto una sorta di patrimoniale che richiede ai ceti più abbienti di sostenere maggiormente il peso della crisi. Per quanto riguarda l`Irpef, abbiamo previsto un`esenzione totale fino a 10mila euro e costruito un sistema progressivo e redistributivo, con il quale tutti coloro che hanno un reddito inferiore ai 35 mila euro, la maggioranza dei napoletani, pagheranno meno rispetto al passato. E poi abbiamo tenuto bassissime, molto al di sotto dei costì, le tariffe dei servizi a domanda individuale, come mense scolastiche e asili nido. Ma non ci siamo dimenticati gli investimenti. Ci sono oltre 100 milioni di euro da spendere, finanziati senza nemmeno un euro di nuovo indebitamento, bensì con una ricognizione sui residui da mutui precedenti e dalla dismissione di alcune società partecipate non strategiche.» E la spending review? Voi come state messi? «Stiamo appunto operando una serie di interventi sulle municipalizzate, il principale è la fusione da cui nascerà il maggiore soggetto pubblico del Mezzogiorno in tema di mobilità, finalizzati a aumentare l`efficienza delle società ed abbatterne i costì. L`obiettivo è mostrare che con una politica di rigore nel pubblico è possibile avere società pubbliche efficienti. Stiamo portando avanti la trasformazione della società che gestisce il servizio idrico integrato in azienda speciale. Senza parlare dei tagli alla macchina comunale per quasi 17milioni di euro. Certo dal governo potrebbero fare molto di più.»