Lettera del Comitato civico per la difesa del diritto all'acqua di Nola

Ho apprezzato moltissimo la lettera indirizzatami dal Comitato civico per la difesa del diritto all'acqua di Nola (qui in basso). La mia opinione, l'ho detto e lo ripeto, è che le forze progressiste e i movimenti dovrebbero coordinarsi sul piano nazionale e su quello locale per sventare il rischio di una privatizzazione della gestione del servizio idrico integrato e andare verso una piena ripubblicizzazione dell'acqua. Personalmente, sono a disposizione di quanti volessero procedere in questa direzione e per quanto riguarda il Comune di Napoli mi batto per evitare che possano scattare le gare e per tenere l'acqua sotto il controllo del Comune e quindi dei cittadini.
Grazie al Comitato di Nola e complimenti vivissimi per il lavoro che fate.
(25.11.09)

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LETTERA APERTA ALL’ASSESSORE COMUNALE DI NAPOLI REALFONZO
Egr. Assessore Realfonzo,il Comitato civico per la difesa del diritto all’acqua di Nola è perfettamente d’accordo con Lei in merito a quanto dichiarato sul Corriere del Mezzogiorno del 30 ottobre e 14 novembre 2009 sui seri rischi di privatizzare la gestione del servizio idrico regionale, anche a seguito della pubblicazione sul bollettino regionale n. 67 del 02 11 09 della indizione da parte della Regione Campania di una gara europea per l’affidamento ad un soggetto privato del Servizio di gestione degli acquedotti regionali, quelli del Torano-Biferno e del Sarno.
Purtroppo gli utenti dell’ATO3 Campania (l’unico dei 5 della Regione Campania), comprendente 76 comuni (tra cui Nola), già dal 2004 sta vivendo il dramma della privatizzazione del servizio idrico, attraverso l’affidamento ad un gestore di nome G.O.R.I (che sta per Gestione Ottimale Risorse Idriche), nato interamente pubblico e in seguito aperto al privato attraverso l’indizione, da parte del Consiglio di Amministrazione dell’ATO, di una gara europea, andata deserta, e successivamente affidato (a trattativa privata) all’ACEA, assorbendo inizialmente il 19% delle quote azionarie, fino ad arrivare ad oggi a detenere il 49% delle quote societarie dell’Ente gestore, privatizzando di fatto il servizio idrico integrato.
Nel novembre 2004 ai cittadini di Nola fu recapitata la prima bolletta del nuovo gestore (GORI), fino a quel momento il servizio era stato gestito dal Comune.
In Città ci furono i primi fermenti, si cercò di sapere di più di questo nuovo gestore e chi aveva aderito. Ben presto scoprimmo che il Comune di Nola il 15 marzo del 2004, attraverso il suo Commissario Prefettizio dott. Pasquale Manzo, delegando il suo sub, dott. Ruocco, aveva trasferito con un accordo la rete idrica (gran parte rifatta negli anni ‘80 dal Comune con i soldi dei cittadini) al nuovo ente gestore. Tutto questo a meno di tre mesi dal rinnovo del Consiglio Comunale. L’accordo non fu ratificato né da un atto deliberativo del Consiglio Comunale da parte del Commissario né dal nuovo Consiglio Comunale eletto nel giugno 2004.
Tutto questo portò alla costituzione del Comitato nel febbraio 2005. Iniziammo una battaglia per la ripubblicizzazione dell’acqua nella indifferenza totale dei partiti politici locali, provinciali e nazionali. Ben presto iniziammo una battaglia per non riconoscere l’accordo fatto dal Commissario straordinario. Circa il 60% dei cittadini non pagò le bollette ed oggi, attraverso delle azioni legali intraprese, pendono oltre 500 ricorsi presso i giudici di pace e i giudici ordinari per il non riconoscimento dell’accordo.
Tra l’altro il Consiglio Comunale, su proposta del Comitato, indisse per il 21 dicembre 2008 un referendum consultivo che chiedeva ai cittadini di esprimersi sulla ripubblicizzazione dell’acqua. Votarono 8.300 elettori e il 98% si espresse per la ripubblicizzazione.
A cinque anni dalla privatizzazione del S.I.I. nell’ATO3 Sarnese-Vesuviano questi sono i risultati: abbiamo un Ente Gestore GORI con 798 dipendenti (tutti assunti per lottizzazione politica), gli Enti Comunali hanno ancora a proprio carico il 100% dei dipendenti utilizzati per la manutenzione del servizio. Il Comune di Nola per i 13 dipendenti della manutenzione (che utilizza per altri servizi?) paga circa 400mila euro all’anno e la Regione Campania si era impegnata a fare un regolamento attuativo per il trasferimento del personale dai Comuni all’Ente Gestore in sei mesi. Sono trascorsi 5 anni e del regolamento non c’è traccia. L’Ente Gestore GORI ha chiuso l’esercizio 2008 con una perdita di 31 milioni di euro, tanto che il Consiglio di Amministrazione dell’ATO3 il 31 dicembre 2008, su richiesta dell’amministratore delegato dell’ACEA (parte privata), dott. Tempesta, ha chiesto un adeguamento della tariffa per coprire le perdite. Il Consiglio di Amministrazione, prima aumentò del 38% la tariffa media, poi revocò la delibera.
Il Consiglio di Amministrazione dell’ATO3, con deliberazione n. 9 del 10 luglio 2009, ha approvato il regolamento del servizio idrico integrato e il regolamento delle agevolazione tariffarie per le utenze deboli. Per gli utenti che hanno un ISEE pari a 6mila euro all’anno la fascia di gratuità dell’erogazione idrica passa da 15 mc. a 25 mc. a trimestre, e poiché tale situazione porta una riduzione dei ricavi di circa 6 milioni di euro, le tariffe per le fasce non agevolate vengono nuovamente aumentate.
Oggi, egr. Assessore Realfonzo, noi utenti dell’ATO 3 siamo soggetti a cinque fasce tariffarie a trimestre: I fascia per consumi essenziali fino a 23 mc a trimestre, si paga € 0,5775; II fascia utenza normale da 23 mc. a 46mc. a trimestre per il bacino I, si paga € 1,1550 mc., mentre per il bacino II € 1,0700; fascia III da 46 mc. a 92 mc. a trimestre per il bacino I, si paga € 1,6170 a mc, mentre per il bacino II € 1,4980; IV fascia da 92 mc. a 138 mc a trimestre € 2,1945 a mc. per il bacino I e € 2,0330 per il bacino II. Infine V fascia superiore a mc. 138 € 2,8875 a mc. per il bacino I, € 2,6750 bacino II. Queste le tariffe attuali. Fino al 2004, con la gestione comunale la fornitura dell’acqua veniva pagata a 0,42 euro a mc. Come si vede, dal 2004 ad oggi la privatizzazione ha triplicato le tariffe! Quindi una famiglia media di quattro persone annualmente per il solo servizio di fornitura paga € 320,00 + € 6,50 a trimestre per quote fisse. Se a questo ci aggiungiamo i costi degli autoclave e la manutenzione degli stessi per circa 320,00 euro annui (in quanto la pressione dell’acqua è così bassa che non raggiunge nemmeno i primi piani degli edifici), l’acquisto di acqua minerale per altri 280,00 euro annuali e altri 70 euro annuali per manutenzioni varie a causa della durezza dell’acqua che riduce la vita media degli elettrodomestici di oltre un terzo, arriviamo alla somma annua di 1.016,00 euro per la sola voce "acqua" del bilancio familiare.
Figuriamoci con la privatizzazione della gestione delle reti regionali di quanto aumenterà ancora la tariffa! All’Assessore Ganapini che dice che questo comporterà un risparmio di circa 10 milioni di euro per le casse regionali, noi rispondiamo: perché non intervenire su tutti i contributi a pioggia che vengono elargiti ad associazioni clientelari e i debiti delle partecipate, anziché appesantire i bilanci familiari?
COMITATO CIVICO PER LA DIFESA DEL DIRITTO ALL’ACQUA - NOLA

I commenti alla manovra di assestamento

Positiva la rassegna stampa relativa alla approvazione in Giunta della manovra di assestamento di bilancio. L'attenzione delle cronache si è soffermata sulla forte contrazione dei debiti fuori bilancio, sull'incremento dei rimborsi per la Tarsu e sulla contrazione delle entrate per le multe. Si rimanda ad esempio agli articoli usciti su Repubblica Napoli e sul Corriere del Mezzogiorno.
Positivi anche i commenti dei sindacati. A riguardo si veda l'articolo apparso su Il Denaro.

Dalla politica di rigore più rimborsi per la Tarsu

Oggi (23 novembre) la Giunta del Comune di Napoli ha approvato la "mia" manovra di assestamento di bilancio, che ora passerà all'attenzione del Consiglio Comunale. La manovra presenta due eccellenti notizie per i cittadini napoletani. La prima concerne il dato estremamente positivo relativo ai debiti fuori bilancio. Infatti, dopo una apprezzabile contrazione del volume di questi debiti già registrata nella prima parte dell'anno, ora la tendenza si consolida al punto che nel bimestre settembre-ottobre i debiti fuori bilancio si fermano poco oltre i 5 milioni contro i circa 22 milioni di euro maturati nello stesso periodo del 2008. Mai negli ultimi anni si era registrato un valore così contenuto.
La forte contrazione dei debiti fuori bilancio scaturisce da una azione complessiva di rigore e controllo della spesa iniziata con la elaborazione di un bilancio di previsione 2009 calibrato sulle effettive esigenze di spesa. Tale azione è proseguita con l'incisivo provvedimento, approvato a giugno, che ha rivisto radicalmente la procedura di formazione e riconoscimento dei debiti fuori bilancio responsabilizzando i dirigenti, e ha trovato un ulteriore momento significativo a luglio, quando con la modifica della Convezione che regola i rapporti con la Napoli Servizi si è eliminata una delle fonti principali di formazione dei debiti. Come molti ricorderanno, entrambe le delibere suscitarono malumori e qualche ostilità in parti dell'apparato comunale e in settori dell'Amministrazione per il sistema di controlli e disciplina che esse introducevano. Oggi apprezziamo inequivocabilmente i risultati positivi di questa azione di rigore ed è chiaro che se ci saranno le condizioni per proseguire fino in fondo lungo questa strada, ad esempio intensificando l'azione sulle società partecipate del Comune, sarà possibile ottenere ulteriori importanti risultati già nel medio periodo, con effetti a tutto vantaggio dei cittadini.
Questa manovra di assestamento si caratterizza anche per una serie di economie e significativi tagli alla spesa che hanno raggiunto il consistente importo di 13 milioni di euro. Mi rendo conto che taluni di questi tagli potranno suscitare qualche malcontento, ma quando le risorse sono scarse diventa tanto più importante indirizzarle senza indugio verso quelle che sono le effettive priorità per i cittadini. E qui veniamo alla seconda eccellente notizia per i napoletani. Infatti è proprio grazie alla politica di rigore che è stato possibile reperire le risorse per incrementare fortemente i rimborsi della Tarsu.
Tutti sanno che per contrastare gli effetti del nefasto incremento della Tarsu voluto dal governo abbiamo varato una campagna contro l'evasione ed incrementato i rimborsi portandoli dai 140mila euro del 2008 ai 2,5 milioni stanziati con il bilancio di previsione. Tuttavia, l'assurda impopolarità dell'incremento tariffario impostoci e la pressione della crisi economica ci hanno obbligato – in tutta coscienza – a concentrare gli sforzi sull'incremento dei fondi per la Tarsu. Pertanto, il fondo per le famiglie in condizioni di disagio socio-economico è stato portato a 5 milioni di euro, raggiungendo così il massimo importo auspicato dal Consiglio Comunale e da Cgil, Cisl e Uil nell'ambito dei lavori del tavolo anti-crisi; inoltre viene istituito un fondo apposito, dotato di un milione di euro, per i rimborsi alle famiglie residenti nel quartiere di Chiaiano sottoposte a disagi ambientali per la presenza della discarica. Grazie a questo sforzo complessivo di 6 milioni di euro sarà possibile quindi rimborsare non meno di 50mila famiglie napoletane, con importi con in alcuni casi supereranno largamente il 50% del totale della somma da pagare. A questo punto riteniamo di avere fatto, con serietà, tutto ciò che era nelle nostre possibilità per attenuare il violento impatto dell'incremento della Tarsu sulla città di Napoli.
Pur in presenza di un ulteriore calo delle entrate previste per le contravvenzioni, grazie al controllo della spesa corrente e alla contrazione dei debiti fuori bilancio, la manovra di assestamento prevede anche alcuni stanziamenti aggiuntivi per la manutenzione degli immobili comunali e per le politiche socio-assistenziali (in particolare per l'affidamento dei minori). Per quanto riguarda gli investimenti, sono previste - tra l'altro - risorse aggiuntive per il trasporto su ferro e il sistema delle biblioteche comunali. Finanziamenti statali e regionali sono pervenuti, tra l'altro, in particolare per i lavori relativi all'Albergo dei Poveri.
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Guarda il video.

Lotta all'evasione e necessità di più fondi per i rimborsi della Tarsu

Questo articolo, apparso su Repubblica Napoli, fa il punto sui primi 45 giorni di lavoro della task force contro l'evasione della Tarsu. Risultati molto incoraggianti. Ma ora occorre trovare ulteriori fondi per i rimborsi Tarsu, a costo di effettuare tagli di spesa e rivedere alcune priorità.
Sui rimborsi della Tarsu segnalo anche quest'altro simpatico articolo.

Comune e Regione ancora divisi

Mi pare che questo articolo apparso sul Sole-24 Ore colga bene il dissenso tra Comune di Napoli e Regione Campania in merito alla gestione dell'acqua.
Comune e Regione ancora divisi

di Prisco Francesco
Il Sole-24 Ore, 20 novembre 2009
L'acqua è un bene di tutti: non ci sono spiragli per il business privato. Anzi, no: aprire ai privati il ciclo delle acque migliorerà gli standard qualitativi del servizio e razionalizzerà i costi di gestione. In Campania sul tema si misurano con toni animosi l'assessore al Bilancio del comune di Napoli Riccardo Realfonzo e quello regionale all'Ambiente Walter Ganapini. Entrambi di centro-sinistra, eppure il primo si oppone a qualsiasi ipotesi di privatizzazione del servizio e il secondo ha bandito, proprio in questi giorni, una gara internazionale per l'affidamento degli acquedotti del Biferno e di Sarno.
A Napoli la gestione della risorsa è affidata alla municipalizzata Arin che contano miiioni di fatturato, 372 dipendenti e utiliper4,6 milioni nel 2008 (contro i 2,6 milionidel2006). «L'acqua è un simbolo prima che una risorsa e a prescindere dalle scelte del legislatore - spiega Realfonzo - troveremo il modo di lasciare l'approvvigionamento idrico in mano all'Arin, società al 100% pubblica». ln quanto a standard di qualità gli utenti napoletani tutto sommato non si lamentano: la tariffa annua per 200 metri cubi è pari 219 euro per famiglia, contro i 261 euro di media nazionale. Le perdite degli acquedotti Arin si attestano sul 23%, a fronte di una media italiana del 30,1. Nel resto della Campania la situazione cambia radicalmente, se è vero che le perdite toccano il 38 per cento. A favore della gestione pubblica anche l'amministratore unico di Arin Maurizio Barracco.
Di tutt'altro avviso Ganapini: «La nuova modalità gestionale - dichiara - di un bene che comunque rimane di proprietà pubblica genererà un risparmio di almeno io milioni rispetto ai costi del passato». Almeno per quanto riguarda gli acquedotti oggetto del bando lanciato nei giorni scorsi, ha insomma intenzione di procedere spedito.

I rimborsi della Tarsu

Questa sera ho portato alla approvazione in Giunta (in collaborazione con gli assessori Riccio e Giacomelli) due delibere relative ai rimborsi della Tarsu, la tassa sui rifiuti fortemente aumentata nei comuni campani a seguito della imposizione operata da una pessima legge nazionale.
La maggiore novità introdotta rispetto al tradizionale sistema dei rimborsi riguarda la collaborazione tra gli uffici comunali ed Equitalia che permette di detrarre il rimborso direttamente dall'importo della tassa mediante un “buono” che sarà attribuito alle famiglie aventi diritto. In poche parole, queste famiglie riceveranno un “buono” con il quale pagheranno direttamente una parte della tassa. Ciò significa che sarà superata la modalità che prevedeva l’anticipazione del pagamento preventivo di tutte le rate Tarsu da parte del cittadino per poi attendere i tempi burocratici del rimborso.
Il piano prevede una prima misura a vantaggio delle famiglie che dimostreranno di avere un indicatore sintetico di reddito (ISEE) inferiore a 7500 euro. Il contributo andrà fino a 150 euro e sarà erogato in base alle seguenti condizioni: presenza di un anziano convivente di età pari o superiore a 65 anni; presenza di un componente disabile; presenza di almeno tre figli minori conviventi. Restano valide - naturalmente – le agevolazioni per gli altri casi già previsti dal regolamento Tarsu, in particolare quella per gli occupanti abitazioni ultra popolari.
Una seconda misura riguarda tutti gli abitanti del quartiere di Chiaiano i quali avranno un contributo pari al 50% della Tarsu, indipendentemente dai valori del reddito, come riconoscimento del particolare disagio dovuto alla presenza della discarica cittadina.
L’importo appostato per i rimborsi della Tarsu con il bilancio di previsione è di 2,5 milioni di euro. Si tratta di un importo già molto accresciuto rispetto all’anno passato, quando lo stanziamento era di circa 200mila euro. Lo stanziamento attuale consentirebbe di garantire i rimborsi a 23mila famiglie napoletane. Ma io credo che occorra fare ancora di più, anche in considerazione della dilagante crisi economica. Occorre dunque reperire ulteriori risorse – a costo di nuovi tagli e contrazione di altre voci di spesa ! – con la manovra di assestamento di bilancio che sarà portata da me alla attenzione della Giunta e poi del Consiglio Comunale a fine novembre.
(17 novembre 2009)

Sull'acqua il Pd deve dire come la pensa

Incredibile la vicenda del bando di gara regionale per l'affidamento a privati della gestione di due importanti acquedotti campani. L'articolo qui in basso ricostruisce gli eventi:
Sull'acqua il Pd deve dire come la pensa
di Riccardo Realfonzo
Corriere del Mezzogiorno, 14 novembre 2009

Nei giorni scorsi mi sono rivolto con una lettera aperta (“Corriere del Mezzogiorno”, 30 ottobre 2009) al presidente Bassolino invitando la Regione Campania a compiere dei passi concreti in difesa dell’acqua pubblica, seguendo la scia dei recenti provvedimenti adottati dalla Regione Puglia e soprattutto sostenendo la linea politica del Consiglio Comunale di Napoli, che nel luglio scorso approvò una importante mozione con la quale riconobbe che l’acqua è un diritto fondamentale, il bene comune per eccellenza, e che pertanto deve essere gestita da un soggetto pubblico che abbia a cuore l’interesse collettivo e non certo il profitto. Insomma, chiedevo al presidente Bassolino di aiutarci a contrastare l’indirizzo di forte privatizzazione dei servizi pubblici locali, a cominciare dall’acqua, che il governo sta portando avanti con la conversione in legge del decreto Fitto-Calderoli.
Ebbene, il 3 novembre scorso - sempre sul “Corriere del Mezzogiorno”, in un articolo dal titolo “Sulla gestione dell'acqua Realfonzo ha ragione” - l’Assessore Regionale all’Agricoltura Gianfranco Nappi, che come è noto è uno stretto collaboratore del presidente Bassolino, conveniva sul fatto che “solo una gestione e, in ogni caso un indirizzo pubblico, possono assicurare l’effettivo perseguimento di finalità e obiettivi di interesse generale” e proponeva un incontro istituzionale per definire una gestione comune più efficiente della risorsa acqua. Si tratta di posizioni che anche altre esponenti del Pd hanno ripreso nei giorni successivi (si veda ad esempio l’articolo del consigliere regionale Antonio Amato, apparso il 7 novembre su “Repubblica”), anche rivendicando la presentazione di una proposta di legge regionale per “la costituzione di una Spa a totale capitale pubblico per la gestione e manutenzione della rete idrica regionale”. Abbiamo dunque assistito a una serie di interventi di esponenti del Pd partenopeo che si sono mossi nella traccia della linea assunta dal gruppo del Pd in Consiglio Comunale, che ha sostenuto unanimemente la mozione sull'acqua pubblica.
Alla luce di tutto ciò, stupisce non poco leggere sul Bollettino regionale n. 67 del 2 novembre scorso che la Regione Campania ha indetto (con Decreto dirigenziale 731 del 16 ottobre 2009) una gara per l’affidamento ad un soggetto privato del “Servizio di Gestione degli Acquedotti Regionali”, attività di gestione sino ad ora effettuata direttamente dalla Regione e in particolare dal Settore Ciclo Integrato delle Acque. Non può sfuggire che con questo atto la Giunta Regionale pone le basi per la privatizzazione della gestione di due importantissimi acquedotti campani, quello del Torano-Biferno e quello del Sarno. Insomma, il sistema dei grandi acquedotti regionali rischia di essere privatizzato proprio nel momento in cui più forte è la richiesta che l’acqua e la sua gestione rimangano pubbliche e siano gestite da un soggetto interamente pubblico. E ciò avviene proprio mentre autorevoli esponenti del partito che sostiene la Giunta Regionale fa grandi esternazioni in difesa dell'acqua pubblica.
Di fronte a tali contraddizioni sarebbe il caso che i responsabili del Pd campano chiarissero quale sia la posizione del partito sulla questione dei servizi pubblici locali, e in particolare della gestione dell’acqua. Se, come ci auguriamo, il Pd abbandonasse le ambiguità e facesse propria la linea della difesa dell’acqua pubblica, allora sarebbe bene che agisse di conseguenza, invitando la Giunta regionale ad annullare immediatamente la gara in corso e a fornire una chiara indicazione nel senso della proprietà e della gestione pubblica dell’intero sistema dei servizi idrici, dai grandi acquedotti fino al rubinetto di casa. A mio parere questa è da considerarsi una condizione necessaria per avviare proficuamente gli incontri istituzionali proposti da Nappi. Nel frattempo il Comune di Napoli procede speditamente in questa direzione ed ha già chiesto formalmente all’ATO2 – il Consorzio di Comuni che gestisce il servizio idrico integrato del quale fa parte il Comune – di deliberare attribuendo la gestione dell’acqua a un soggetto interamente pubblico.

Contro la privatizzazione di due acquedotti regionali

ACQUA: NAPOLI; REALFONZO, COORDINAMENTO CONTRO GARA REGIONE
(ANSA) - NAPOLI, 13 NOV - "Desta stupore la notizia del bando apparso nel Bollettino regionale del 2 novembre scorso con il quale la Regione Campania indice una gara per l'affidamento a privati degli acquedotti campani del Torano-Biferno e del Sarno. Siamo al cospetto di una vera e propria svolta privatizzatrice che va in direzione opposta alle istanze di difesa dell'acqua pubblica da tempo sostenute da movimenti e associazioni e recepite dal Consiglio Comunale di Napoli". Lo dice, in merito alla gara indetta dalla Regione Campania per la gestione degli acquedotti regionali, l'assessore alle Risorse Strategiche del Comune di Napoli, Riccardo Realfonzo.
Realfonzo ha così concluso: "A questo punto nell'interesse dei cittadini campani sarebbe opportuno avviare un coordinamento tra le forze progressiste, le organizzazioni civiche e i movimenti che da sempre sostengono l'acqua pubblica per chiedere alla giunta regionale di ritirare immediatamente il bando di gara ed per esprimere unitariamente la necessità di garantire oggi e per il futuro una piena gestione pubblica del servizio idrico". (ANSA).

Per l'Università pubblica

Mi è sembrato opportuno - come economista e docente universitario - aderire a questo appello per l'Università pubblica.

Il punto sull'acqua pubblica

Sono lieto per il fatto che diversi esponenti di rilievo del Pd campano - a partire dall'assessore regionale Gianfranco Nappi (Corriere del Mezzogiorno, 3 novembre 2009) - siano tornati sulla mia recente lettera aperta a Bassolino esprimendosi pubblicamente a favore dell'acqua pubblica e in particolare sulla necessità di contrastare la linea privatizzatrice del governo in materia di servizi pubblici locali. Conto dunque in una iniziativa legislativa regionale sulla scorta di quanto sta facendo la Regione Puglia. E intanto - coerentemente con la ben nota mozione approvata dal Consiglio Comunale di Napoli - spingo affinchè l'Ato metta rapidamente in sicurezza l'acqua pubblica (evitando la gara che altrimenti scatterebbe in vista dello scadere delle concessioni in essere che avverrà il 31 dicembre 2010) attribuendo la gestione del servizio idrico del napoletano all'Arin, società al 100% pubblica.
Sul piano nazionale aderisco alla mobilitazione finalizzata a una profonda modifica dell'ordinamento italiano e contro la conversione in legge del decreto 135, che modifica ed integra il già pessimo art. 23 bis della legge 133 del 2008. Serve una mobilitazione permanente, sempre più estesa, a partire proprio dalle città, per contrastare in parlamento e davanti alle corti di giustizia anche internazionali le liberalizzazioni a senso unico e le mortificazioni della volontà popolare. La battaglia sull'acqua pubblica e sulla ripubblicizzazione di tutti i servizi pubblici essenziali non deve vederci sconfitti.
(8 novembre 2009)