Il destino di Masaniello

Il destino di masaniello
di Massimo Villone
Repubblica Napoli, 24 luglio 2012

La giunta de Magistris perde quelli che pensavamo fossero i pezzi migliori. Al tempo stesso, vengono fuori proposte che i più benevoli possono solo definire stravaganti, come quella di un nuovo stadio. Che succede? Consiglio, come lettura estiva, il comunicato di Realfonzo sulla sua estromissione. Il messaggio è la cacciata di chi ha cercato di raddrizzare una situazione gravissima, e in via di peggioramento. Di chi si è battuto per il buon governo e la corretta amministrazione. Di chi ha cercato di mettere ordine tra clientele, favori, società partecipate.
Una prospettazione di parte? Certo. Ma il sindaco nulla ha detto per offrire una lettura alternativa. Né il metodo imperiale della sostituzione, decisa in splendida solitudine, offre elementi di valutazione. Certo non basta il richiamo generico a dissensi e necessità di cambiamento. Cambiare perché, e per cosa?
Invece, rimangono domande cruciali. È vero o no che la città è sull`orlo del dissesto? È vero o no che esiste un insostenibile disavanzo strutturale tra entrate e spese? Che cosa si pensa di fare, quando e come? Domande decisive, mentre esplode il caso del debito pubblico degli enti territoriali. Regioni ed enti locali hanno nascosto per anni i debiti sotto il tappeto. Una cosa nota agli esperti, ma della quale non era politicamente corretto parlare. In questo paese far debiti per mantenere il consenso è stato a lungo considerato — a destra come a sinistra — onorevole. Anche il rating del Comune di Napoli è stato abbassato. A Napoli le vacche sono state sempre magre, ma fra poco rimarranno solo gli scheletri. E pensare che si parla di un nuovo aumento delle tasse in Campania, per il mancato rientro dal debito sanitario. In questo contesto preoccupante è balzana l`idea di un nuovo stadio. Ne abbiamo bisogno? A parte il fatto che i primi interessati, dal patron De Laurentiis al popolo dei tifosi, non ne vogliono sapere, ci vuole il sindaco cortesemente spiegare come, e con quali denari? Uno stadio è opera molto costosa. In una forma o nell'altra ci sarà denaro pubblico in questa iniziativa. Quale mecenate privato farebbe per bontà d`animo un regalo alla città? Se non un apporto diretto,sarà nella forma di privative per la pubblicità, la gestione di strutture, con minori introiti per il soggetto pubblico. Alla fine, un finanziamento pubblico indiretto.A Babbo Natale e al costo zero non crediamo più da un pezzo. E quante scuole riusciremmo a rimettere in sesto, quanti ragazzi potremmo togliere dalla strada, quanti anziani potremmo assistere, quante aree cittadine potremmo riqualificare, quanti mezzi per il trasporto pubblico potremmo acquistare con quei denari?
Il cambio degli assessori, la movida serale sul lungomare, gli eventi assortiti, e ora lo stadio, ci consegnano la fastidiosa impressione che il sindaco si volga a una stagione di panem et circenses. Esattamente il contrario rispetto alle promesse di palingenesi avanzate in campagna elettorale. Comunque, il contrario di quel che la situazione — del paese e della città — richiede. Governare una città è sempre difficile, dovunque. Chi amministra viene osservato e soppesato. Un atteggiamento di amichevole attesa può rapidamente cambiare in dissenso. È quel che — ad avviso di molti — sta accadendo a Napoli, con de Magistris. Nei palazzi del potere il cambio si avverte poco e in ritardo, perché sono molto frequentati da chi è pronto al sorriso e all`ossequio. Ma anche chi non vuole vedere dovrà ricordare la fine di Masaniello.

Riccardo Realfonzo intervistato da Oscar Giannino


Riccardo Realfonzo intervistato da Oscar Giannino
Nove in punto, la versione di Oscar
Radio 24, 24 luglio 2012

"Ho combattuto il partito della spesa"

Dieci grandi città a rischio crac
Un miliardo di euro di debiti e l'ombra dei crediti inesigibili

di Antonio Salvati
La Stampa, 23 luglio 2012

Qual è lo stato di salute dei conti del Comune di Napoli? Dipende a chi viene posto il quesito. «Ad un passo dal baratro», se a rispondere è Riccardo Realfonzo, fino a cinque giorni fa assessore al Bilancio. «Situazione appesantita, certo non siamo a Montecarlo, ma mi sembra che l’allarme sia ingiustificato», è l’opinione di Salvatore Palma, ex presidente del Collegio dei Revisori dei Conti del Comune. Palma è stato chiamato dal sindaco De Magistris a sostituire Realfonzo a seguito di una tensione apertasi subito dopo l'insediamento della giunta allorché, spiega Realfonzo, «io dissi al sindaco che l'alternativa era tra il dichiarare il dissesto o mettere in campo incisive azioni di risanamento. Lui scartò il dissesto ma ha anche sempre resistito alle politiche di risanamento». Chi ha ragione? «Non abbiamo aumentato di un euro il debito del Comune di Napoli, intorno al miliardo di euro - rendiconta Realfonzo - ma la situazione di liquidità è grave e questo per la scarsissima qualità dei residui attivi, i crediti, in bilancio». Sentite Palma: «Prendere in considerazione sola la massa debitoria, che è comunque consistente, è un errore. Ad esempio, analizzando gli indici di liquidità la situazione potrebbe essere quasi bilanciata vista la grossa mole di crediti che vanta il Comune”.  Che la giunta De Magistris abbia ereditato una situazione di bilancio preoccupante, è un fatto noto. Nella relazione al previsionale 2011 Realfonzo sottolineava la «difficoltà della riscossione dei crediti, il cui totale supera i 3,3 miliardi di euro, dovuta alla finanza creativa e alle previsioni di entrata ottimistiche del passato». Già nel mese di agosto, dopo la trionfale cavalcata dell'armata arancione, la giunta si è trovata nella difficoltà di reperire i soldi per il pagamento degli stipendi dei dipendenti. Solo una manovra, quella del 2011, improntata al rigore e al taglio dei troppi rivoli di spesa che da Palazzo San Giacomo sgorgavano copiosi, aveva permesso a Realfonzo di non sforare il Patto di Stabilità. “Ho gestito una situazione delicatissima – sottolinea Realfonzo – e ho faticato non poco, nel maggio scorso, a fare approvare una delibera di giunta che imponesse una ricognizione straordinaria dei residui attivi presenti in bilancio e quindi facesse finalmente emergere il buco di bilancio ereditato dal passato”. Per Realfonzo ci sono una mole di crediti che vanno cancellati perché di dubbia esigibilità. “Certo non meno di 400 milioni”, la stima. Per Palma le priorità sono diverse: “La prima cosa che ho chiesto agli uffici è di velocizzare il processo di formalizzazione del rendiconto 2011 che Realfonzo, con la revisione dei residui, aveva bloccato, per settembre dovrà essere pronto. La mole dei crediti? Dobbiamo velocizzarne la riscossione, questa è una delle leve da utilizzare per creare un ciclo virtuoso per il Comune”. De Magistris, un mese fa, si è intrattenuto in un lungo colloquio con il presidente della Repubblica Napolitano.  «Abbiamo parlato di tante cose – riferì il sindaco - di quello che stiamo facendo a Napoli e della situazione molto seria in cui versa il bilancio della nostra città per colpa di un indebitamento che abbiamo ereditato”.  “La situazione è tale che la sola politica del rigore – spiega Realfonzo - potrebbe non bastare. Ho lavorato molto per convincere il sindaco a chiedere un sostegno dal governo”. Nella relazione al bilancio di previsione del 2012 è sottolineato “il grave rischio che il rispetto del Patto di Stabilità determini il blocco delle spese per lavori con gravi ripercussioni sull'economia cittadina”. Ora, se la situazione è difficile perché cambiare assessore? “In giunta esiste un partito della spesa – sottolinea Realfonzo – che è incompatibile con la situazione dei conti. Non le dico quando ho fatto passare una delibera che limitava le spese alle sole indispensabili”. “Snellire le partecipate, combattere l’evasione e velocizzare la riscossione dei crediti”, la ricetta di Palma. “Le affermazioni di Realfonzo? Ho grossa stima di lui e spero che questi allarmi siano frutto di uno slancio emotivo”.

La finanza creativa affossa Napoli

La finanza creativa affossa Napoli
di Riccardo Realfonzo
Italia Oggi, 21 luglio 2012

La svolta arancione perde pezzi

La svolta arancione perde pezzi
di Massimiliano Amato,
L'Unità, 21 maggio 2012

L'impazzimento della polis

L'impazzimento della polis
di Paolo Macry
Corriere del Mezzogiorno, 22 luglio 2012

Volevo rigore, altri cercano solo passerelle

Realfonzo: "Volevo rigore, altri cercano solo passerelle"
di Simona Brandolini
Corriere del Mezzogiorno, 21 luglio 2012

Rivoluzione scolorita

Rivoluzione scolorita
di Fabio Ciaramelli
Corriere del Mezzogiorno, 20 luglio 2012

Luigi e Riccardo tra rimpianti e promesse

Luigi e Riccardo tra rimpianti e promesse
di Paolo Grassi
Corriere del Mezzogiorno, 20 luglio 2012

La politica selvatica

La politica selvatica
di Mariano D'Antonio
Repubblica, 20 luglio 2012

Iannello: altro che rivoluzione

Iannello: altro che rivoluzione
di Simona Brandolini
Il Corriere del Mezzogiorno, 19 luglio 2012

L'arrogante solitudine del sindaco

L'arrogante solitudine del sindaco
di Marco Demarco
Corriere del Mezzogiorno, 19 luglio 2012

It's economy, stupid!

It's economy, stupid!
di Norberto Gallo
Napoli on line/Il Mattino, 20 luglio 2012

de Magistris scassatutto. Silurato Realfonzo

de Magistris scassatutto. Silurato Realfonzo
di Ernesto Ferrante
Rinascita, 19 luglio 2012

Esplode il caso Realfonzo. "Io come Rossi e Narducci"

Esplode il caso Realfonzo. "Io come Rossi e Narducci"
di Roberto Fuccillo
Repubblica Napoli, 19 luglio 2012

de Magistris "caccia" Realfonzo, ed entra il Pd

de Magistris "caccia" l'assessore al bilancio. E in giunta entra il Pd
di Vincenzo Iurillo
Il Fatto Quotidiano, 18 luglio 2012

Ecco perchè il sindaco de Magistris mi ha sostituito in Giunta

Comunicato stampa

[Ansa - 18 luglio 2012] Con riferimento al rimpasto di Giunta con il quale il sindaco di Napoli ha sostituito l’assessore al bilancio, Riccardo Realfonzo, quest’ultimo ha dichiarato: “Desidero esprimere il mio sconcerto, in primo luogo per le modalità con le quali il sindaco ha ritenuto di disfarsi di me. Fino a ieri mattina, infatti, il sindaco mi aveva ripetutamente confermato la fiducia, invitandomi ad andare avanti nel mio lavoro. Solo ieri sera mi ha informato che stava riflettendo sulla possibilità di una mia sostituzione, per confermarmi la notizia questa mattina attraverso il vicesindaco. Non è certo questo un modo di procedere corretto, tanto più con chi lo ha aiutato sin dai primi passi della campagna elettorale. Il punto è che il sindaco sviluppa un astio verso chiunque, anche nel tentativo genuino di aiutarlo, esprime un punto di vista diverso su qualche argomento. Si ripete con me il copione già visto con Raphael Rossi e con Pino Narducci, con il quale ho condiviso numerose battaglie politiche, dalla questione della transazione Romeo alle internalizzazioni della Asia. Ma nella campagna elettorale il sindaco non aveva auspicato una giunta di persone con la schiena dritta?”
Il professore Riccardo Realfonzo ha così proseguito: “In merito alle scelte di bilancio ho riscontrato una difficoltà costante nei rapporti con il sindaco. Ancora prima dell’insediamento della Giunta, considerata la gravissima condizione delle finanze comunali, gli avevo prospettato la mia linea di gestione del bilancio, fatta di trasparenza, legalità, veridicità delle poste contabili e di quel rigore nell’utilizzo dei fondi pubblici necessario a risanare i conti del Comune e a garantire l’erogazione dei servizi fondamentali in città, soprattutto a vantaggio dei ceti meno abbienti. Per questa ragione, nelle prime settimane di lavoro feci fare una approfondita due diligence, che trasmisi al sindaco, a seguito della quale gli prospettai subito l’alternativa tra un percorso che ci portasse alla dichiarazione di dissesto e una seria politica di risanamento, che pure descrissi tecnicamente in un documento ulteriore. Il sindaco scartò subito la strada del dissesto, senza però nemmeno sostenermi in tutti questi mesi nel perseguire la strada del risanamento. Perciò diverse tra quelle mie proposte non sono state da lui accolte e sono rimaste al palo. Certo sono riuscito caparbiamente a muovere importanti passi nella direzione del risanamento, contenendo di oltre 150 milioni la spesa, battendomi con forza contro gli sprechi. Ma si è trattato spesso di risultati strappati alle stesse resistenze di un sindaco che non voleva prestare attenzione alle esigenze della finanza comunale. Sostanzialmente inascoltato è rimasto il mio invito a rafforzare la lotta all’evasione, ed estremamente difficile è stato far passare la delibera sui residui attivi che imposi nel maggio scorso, finalizzata a fare piena pulizia e verità sulle operazioni di bilancio del passato. È del tutto chiaro che la mia linea, coerente con l’impostazione già portata avanti nella mia breve stagione con la giunta Iervolino, evidentemente entrava in conflitto con la politica degli eventi da organizzare in città, e con una visione della spesa pubblica scarsamente consapevole dei problemi e non molto diversa da quelle del passato”.
Sulla questione il professore Realfonzo ha aggiunto: “Anche sul fronte delle società partecipate il lavoro che ho portato avanti è stato difficile ma importante. Sono io che ho portato avanti il lavoro di azzeramento dei precedenti cda delle partecipate e sono io che mi sono occupato di riscrivere tutti gli statuti delle società comunali. Certo alcune mie proposte sono state bloccate, come nel caso di Terme di Agnano e Mostra d'Oltremare, o hanno avuto il via libera dal sindaco con grande ritardo, come quelle relative a Stoà e a Gesac, ma è grazie al lavoro che ho coordinato che oggi disponiamo di un piano complessivo di riassetto del sistema delle partecipate che è già a buon punto di attuazione. Come nel caso della fusione tra le tre società della mobilità, che, secondo il cronoprogramma, dovrebbe essere pienamente operativo entro fine anno. Tutte operazioni condotte secondo il principio del rigore nel pubblico per la difesa del pubblico, finalizzate al massimo efficientamento e alla salvaguardia dei diritti dei lavoratori e dei cittadini”.
“Aggiungo a tutto ciò le operazioni che sono andate avanti anche rispetto al governo, al quale ho inviato numerose proposte e con il quale abbiamo intavolato, attraverso iniziativa condotta da me in sede Anci, un tavolo di lavoro per affrontare i problemi della Città. Desidero ricordare che anche la semplice idea di proporre misure di carattere straordinario al governo nazionale ha richiesto tempo e fatica per essere accettata dal Sindaco, che per un lungo periodo ha coltivato l'impossibile sogno dell'autosufficienza per un Ente in gravissima difficoltà”.
In conclusione l’ex assessore Realfonzo ha dichiarato: “Quando il sindaco per la prima volta, ieri sera, mi ha prospettato la possibilità di un mio avvicendamento in giunta, ho provato a spiegargli nuovamente quanto sia stato difficile in questo anno controllare i conti ed assicurare le disponibilità finanziarie del Comune, senza ricorrere alla “creatività” che oggi egli reclama, ma che  tanti guasti nel Comune di Napoli ha provocato negli ultimi 15 anni. E ho aggiunto che un avvicendamento all’assessorato, in questa fase, con le enormi difficoltà che il Comune continua ad incontrare, è un vero e proprio salto nel buio, che rischia di portarci rapidamente in una condizione di crisi finanziaria irreparabile. Ma lui ha ritenuto di assumersi queste responsabilità. Per quanto mi riguarda, torno ancora una volta, con piena serenità, al mio lavoro tra i banchi universitari, soddisfatto per il lavoro ma al tempo stesso preoccupato per la mia città”.