di Riccardo Realfonzo
Corriere del Mezzogiorno, 22 maggio 2015
Caro Direttore, il candidato alla presidenza della Regione Campania per Sinistra al lavoro, Salvatore Vozza, nei giorni scorsi ha indicato il mio nome come futuro assessore al bilancio e allo sviluppo di una sua eventuale giunta regionale. Sono lusingato per questa manifestazione di stima nei miei confronti e desidero ringraziarlo pubblicamente. Dal canto mio, ho maturato una convinzione sulle imminenti elezioni regionali: io credo che i cittadini della Campania dovrebbero esprimere un voto che assolutamente impedisca una conferma di Stefano Caldoro e della sua compagine.
Il punto è che l’economia della Campania versa in condizioni drammatiche. I record negativi che la regione ha collezionato uno dopo l’altro – in termini di tassi di disoccupazione, riduzioni del Pil, fallimenti delle imprese, passivi della bilancia commerciale, emigrazioni – sono documentati dalle statistiche ufficiali e ci vedono quasi sempre fanalino di coda in Italia. Personalmente, ho più volte argomentato che una parte delle responsabilità sia da imputare alle politiche europee e al sistema di vincoli alle politiche pubbliche che sta acuendo le disparità tra centri e periferie, alimentando meccanismi di divergenza alla lunga insostenibili. Tuttavia, una parte rilevante del disastro di fronte al quale ci troviamo va attribuito all’operato della Giunta Caldoro. Essa si è resa infatti protagonista di una politica delle finanze regionali scellerata, improntata a una inerte applicazione “ragionieristica” dei vincoli europei, in assenza di qualunque strategia di programmazione economica e territoriale. L’applicazione meccanica dei vincoli ha portato la Giunta a tagliare selvaggiamente la spesa in settori cruciali per i diritti sociali dei cittadini e per il sostegno alle imprese. Penso agli interventi sul sistema sanitario regionale, che hanno gravemente compromesso il diritto alla salute ampliando ulteriormente le disuguaglianze sociali, e penso ai trasporti, dove i tagli hanno ulteriormente deteriorato un sistema produttivo già segnato da gravi carenze infrastrutturali. Al tempo stesso, la Giunta ha dissipato le uniche vere risorse a disposizione per la crescita, i fondi europei. Nell’incapacità totale di programmare alcunché, quando non sono stati restituiti al mittente i fondi sono stati dispersi in mille rivoli, alimentando un meccanismo clientelare utile al rafforzamento di questo o quel politico locale ma che si è rivelato rovinoso per le imprese, per i lavoratori e soprattutto per le nuove generazioni.
Per queste ragioni, la priorità è fermare Caldoro per scongiurare un prolungamento della fallimentare esperienza amministrativa del centrodestra in Campania. È indispensabile che il voto esprima una volontà di rottura con le politiche dell’ultimo quinquennio, ed è innegabile che l’unica forza che oggi può riuscire nell’intento è il centrosinistra che fa capo al Pd guidato da Vincenzo De Luca. Il mio auspicio, dunque, è che le elezioni siano vinte da questa formazione, e che poi il governo De Luca abbia la lungimiranza di costruire un programma d’azione che possa anche aprirsi ai contributi di tutte le forze vive della sinistra campana e del civismo, e che soprattutto sia in grado di segnare una svolta tangibile rispetto alle esperienze amministrative degli ultimi anni.