Napoli, il disastro dei servizi pubblici locali. Intervista a Riccardo Realfonzo

Napoli. La Corte dei Conti ha bocciato il piano dell'amministrazione de Magistris per evitare il dissesto del Comune e i servizi pubblici locali sono al disastro. Bisognava intervenire prima, con dismissioni, accorpamenti e riforme del sistema delle società partecipate del Comune, anche al fine di tenere in mano pubblica i servizi fondamentali ma all'insegna di gestioni improntate al rigore, alla lotta agli sprechi e all'efficienza. Purtroppo, l'azione in questa  direzione, che io stesso avevo  immediatamente intrapreso, fu fermata. 

Napoli, il disastro dei servizi pubblici locali. Intervista a Riccardo Realfonzo
di Emanuele Imperiali
Corriere del Mezzogiorno, 4 aprile 2014

“La verità è che il Comune è in estremo ritardo sulla riorganizzazione delle società partecipate. Il fatto che bisognasse procedere con una serie di dismissioni, come nel caso di Stoà, Gesac e Terme di Agnano, con accorpamenti di alcune società e con la fusione nel settore dei trasporti, l’avevo chiarito e programmato fin dalla lontana primavera 2011, durante la campagna elettorale per de Magistris".
Riccardo Realfonzo è stato assessore al Bilancio nella prima giunta del sindaco arancione, poi è entrato in conflitto con de Magistris ed è uscito dalla Giunta in polemica con le scelte fatte del sindaco.
Realfonzo, lei le aveva previste e definite queste cose, perché non sono state fatte?
“Io cominciai fattivamente mettendo in liquidazione Napoli Orientale e Nausicaa, poi avviai la fusione delle società dei trasporti e imposi la delibera 784 del 2011 sul contenimento dei costi delle partecipate di cui oggi si vedono effetti positivi. Ma le mie ulteriori proposte furono ostacolate e bloccate proprio dal sindaco. Solo oggi anche quei progetti sembrano essere ripresi, ormai fuori tempo massimo.”
Secondo Lei per quale motivo de Magistris si è ricreduto ed è ritornato sui suoi passi?
“Perché la bocciatura della Corte dei Conti sul piano dell'amministrazione per evitare il dissesto lo ha messo con le spalle al muro. Di qui il tentativo di mostrare che c’è una parvenza di sostanza in quel piano. Ma ormai è troppo tardi”.
Perché, cos’è accaduto nel corso di questi tre anni?
“La situazione delle partecipate comunali si è aggravata, e se hanno abbattuto le spese per interessi e non hanno chiuso coperte dai debiti è solo grazie agli aiuti finanziari del governo. D’altra parte, inefficienze e sprechi sono continuati sotto gli occhi di tutti, come i circa quarantamila euro annui che gravano sulla Napoli Sociale per il trasporto di ogni singolo disabile”.
Sembra che la giunta faccia grande affidamento sulla fusione delle società di trasporto per recuperare liquidità.
“Certo, quella fusione l’avevo impostata fin dal 2009. Fatti i primi passaggi in Consiglio Comunale, avevo messo al lavoro i consigli di amministrazione delle tre società per costruire un piano industriale serio. Poi il lavoro fu fermato. Oggi mi chiedo quale credibilità possa avere la proposta di mettere il 40% delle quote azionarie sul mercato: quale privato dovrebbe investire in una holding dei trasporti che macina perdite? Una azione sgangherata di questo tipo mette solo a rischio i lavoratori delle società. Un altro esempio è quello della ABC. Anche in quel caso la trasformazione da SPA in azienda speciale - che doveva costituire un modello sulla scena italiana - non è stata gestita adeguatamente, senza un vero piano industriale, e la preoccupazione espressa dai lavoratori in questi giorni parla chiaro".
C’è poi il caso eclatante della Bagnolifutura.
“In campagna elettorale dicemmo che bisognava scioglierla subito, perché chiaramente incapace di affrontare il nodo della trasformazione urbana di Bagnoli, ma poi non si è voluto farlo. Anche in quel caso le cose sono peggiorate e il fallimento scoppia oggi in mano al sindaco”.
De Magistris dice che lui ha ereditato una situazione già molto difficile delle società partecipate.
“Certo, l’eredità che ha raccolto era difficile. Ma gli è mancata la volontà politica, forse anche il coraggio di affrontare le difficoltà, arrivando ad allontanare coloro che volevano fare sul serio. Ormai ha superato da tempo il punto di non ritorno”.