Sud e Napoli, ecco la paralisi
di Riccardo Realfonzo
Corriere del Mezzogiorno, 10 giugno 2015
Le dichiarazioni del presidente emerito Giorgio Napolitano sull’assenza di una “strategia” per lo sviluppo del Mezzogiorno e sul “disfarsi dell’attività amministrativa” napoletana ben difficilmente troveranno una efficace smentita.
Sul piano nazionale, fin quando Graziano Delrio ha ricoperto l’incarico di plenipotenziario di Renzi, il deficit di elaborazione e proposta del Governo era in parte compensato da un’azione di raccordo istituzionale e spinta operativa su più fronti: dalla spesa dei fondi europei allo start-up dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, fino a vertenze industriali-territoriali come Gioia Tauro, Termini Imerese, Taranto. L’impressione adesso è che, migrato Delrio al Ministero delle Infrastrutture, nessuno sappia su quale scrivania di Palazzo Chigi si trovi il dossier Mezzogiorno. A riguardo, gli esiti della vicenda Bagnoli - intervento governativo con decretazione di urgenza e successiva inerzia su nomina del commissario e individuazione del soggetto attuatore - sono significativi.
Se il Governo non riesce ancora a varare una azione incisiva per il Sud, sul piano regionale e locale scontiamo limiti certamente più gravi. Con tutta probabilità, il quinquennio di governo del centro-destra alla Regione Campania segnerà un record negativo continentale per il fallimento registrato nell’utilizzo dei fondi europei: non c’è una sola misura o un solo “grande progetto” della Giunta Caldoro che sia stato portato a conclusione o che abbia avuto effetti positivi apprezzabili sul tessuto economico e sociale campano. Scendendo sul piano metropolitano le cose vanno anche peggio. Continuiamo ad assistere allo stallo persino sullo statuto della Città Metropolitana ed è ormai sin troppo evidente che sulle politiche urbanistiche e di sviluppo di area vasta il micro-ceto politico aggregatosi intorno a de Magistris non sa cosa fare. E così, mentre dagli uffici stampa comunali partono inviti a sagre e tornei sportivi, il Progetto Genesis - uno dei pochi interventi di sviluppo previsti nel territorio del Comune, finalizzato a creare un distretto dell’indotto Whirpool - non decolla dopo un iter di ben tredici anni. Per di più, il caso del porto di Napoli - con l’assenza di un accordo tra Governo, Regione e Comune sulla presidenza dell’Autorità Portuale - dimostra come la paralisi istituzionale possa farci perdere occasioni e somme ingenti.
Auguriamoci che le parole di Napolitano siano di monito per la nuova stagione che va aprendosi nel governo regionale e per quella che a breve si schiuderà al Comune di Napoli, e ci aiutino a recuperare un po’ di serietà e di buona politica.