Crisi coronavirus, ciò che l'Europa poteva fare e non ha fatto. Realfonzo: "Alle porte una nuova ondata di austerità"
di Daniele Nalbone, 2 maggio 2020
In questa intervista a “Micromega” ho chiarito che la BCE avrebbe potuto finanziare direttamente i piani anti-crisi. Invece, arrivano solo debiti per l'Italia e chi difende il MES, come Cottarelli, ha argomenti risibili. Il governo nel DEF stima che il debito pubblico supererà il 150% del pil a fine anno ma scenderà sotto quel livello già nel 2021, grazie a una forte ripresa dell'economia. Uno scenario molto ottimistico, considerato il quadro deludente degli interventi europei. La verità è che dovremo fare i conti con un gravissimo problema di sostenibilità del debito pubblico, la Commissione Europea proporrà ancora austerità e c'è il rischio che il prezzo lo paghino sempre gli stessi.
Professore, la crisi determinerà
un crollo del pil italiano di 8 punti percentuali nel 2020. A questo va
aggiunta la riduzione dell'occupazione già in atto e un salto del debito
pubblico verso il 160% del pil. Ma quale futuro attende il nostro Paese?
Da una situazione grave come quella che si profila per il futuro
italiano si uscirà o con politiche recessive e deflazionistiche o con spinte
all’inflazione. In entrambi i casi, ci troveremo a percorrere sentieri impervi
e caratterizzati da forti costi sociali. Pagheremo un prezzo salato per la
totale inadeguatezza del quadro delle regole europee.
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