Napoli, la vera sfida: normalizzare la Città

 Napoli, la vera sfida: normalizzare la Città

di Riccardo Realfonzo

Corriere della Sera/Corriere del Mezzogiorno, 15 dicembre 2021


Da giorni ormai il governo è al lavoro su un emendamento alla legge di bilancio che preveda un contributo straordinario pluriennale a favore delle città metropolitane in predissesto, in testa a tutte Napoli. Si parla di risorse aggiuntive, legate a un piano straordinario di risanamento, che verrebbero concesse in cambio di impegni su fiscalità, riscossioni, patrimonio e personale. Ad oggi il testo ancora non è disponibile e ci riserviamo di leggerlo con attenzione: il diavolo, si sa, è nei dettagli.

In generale, c’è da dire che la logica del contributo straordinario non convince. È del tutto evidente che le disparità territoriali italiane sono particolarmente marcate e per imprimere una svolta vera alla politica delle finanze locali il governo dovrebbe riconoscere che i Comuni del Mezzogiorno hanno particolari condizioni di vulnerabilità sociale e una ben ridotta capacità fiscale. Al contempo, Costituzione alla mano, i servizi pubblici locali essenziali dovrebbero essere assicurati a tutti in tutta Italia. Insomma, occorre un meccanismo di riequilibrio ordinario dei trasferimenti dal centro, un po’ sulla scorta di quanto si era provato a fare con il decreto legge 104 del 2020 (modificato dalla legge di bilancio per il 2021) che prendeva atto del sottofinanziamento strutturale di molti Comuni. Auguriamoci che il tiro della legge di bilancio possa ancora essere corretto nella giusta direzione.

Ma avere un contributo governativo, che certamente verrà con la legge di bilancio, come previsto dal famoso “patto per Napoli”, era a ben vedere la parte facile del lavoro da svolgere in questa nuova sindacatura.

La cosa più difficile sarà "normalizzare" la Città, facendo una operazione verità sui conti ed eliminando le mille forme di spreco e di vero e proprio sfruttamento della cosa pubblica, che poi sono la causa ultima dell’enorme buco di bilancio comunale cresciuto anno dopo anno, e che ha portato la capitale del Mezzogiorno in una condizione di sostanziale dissesto. I temi sono sin troppo noti. Mi riferisco alla necessità di varare una incisiva lotta all'evasione, di ripristinare ordine e diritti nella gestione del patrimonio comunale, di rivoltare come un guanto l'insieme delle società partecipate, di efficientare la gestione del personale.

Servono riforme incisive, radicali, orientate alla piena affermazione della legalità. Questa è la sfida più difficile, su cui misureremo la stagione amministrativa che è appena iniziata. Le cose non accadono per caso, tanto meno alle nostre latitudini, e se Napoli si rivela del tutto impermeabile ai tentativi di cambiamento è perché lo status quo di un’amministrazione fuori controllo fa comodo a molti, di tutti i ceti sociali. Le resistenze al cambiamento sono molto forti, come ben sanno i pochi che hanno provato a sporcarsi sul serio le mani per voltare pagina.

Vedrete che l’emendamento alla legge di bilancio darà una importante boccata di ossigeno, permetterà di guadagnare tempo prezioso. Ma è un tempo che va utilizzato per sferrare un fermo attacco alla Napoli delle irregolarità, del parassitismo, delle illegalità, spezzando resistenze e imponendo fino in fondo lo stato di diritto. Altrimenti sarà tempo perso. È la battaglia più difficile. E se non la vinceremo continueremo a passare di piano straordinario in piano straordinario. Sarebbe come dire: cambiare tutto per non cambiare niente.