I problemi al San Carlo e il dovere della trasparenza. La petizione per la collaborazione tra le Istituzioni? La firmo anche io!

I problemi al teatro San Carlo e il dovere della trasparenza. La petizione per la collaborazione tra le Istituzioni? La firmo anche io!

di Adolfo Pappalardo

Il Mattino, 24 gennaio 2023




Professor Realfonzo, circola un appello sul San Carlo: contro gli attacchi e per la collaborazione tra Comune e Regione. 

«L’ho visto, mi pare ottimo. Si può inserire il mio nome tra i firmatari? La collaborazione tra Comune e Regione, con lo Stato, e possibilmente con l’aiuto di privati, è essenziale per l’affermazione internazionale di una straordinaria istituzione culturale come il San Carlo».

Sì ma con la sua bocciatura al bilancio previsionale per il 2023 si è consumato un attacco della Regione al Teatro.

«Questo è un modo di vedere che travisa le cose. Buttando tutto in politica si finisce col distogliere l’attenzione dal tema vero. Chiunque leggerà il mio parere sul documento previsionale, che ormai è stato fatto ampiamente circolare, potrà notare che le perplessità e le critiche che avanzo sono puntuali, specifiche, di merito. Chiedere una gestione rigorosa, efficiente e verificare che le norme siano sempre rispettate è nell’interesse del San Carlo. Altro che politica, chi ama il San Carlo pretende rigore e trasparenza».

Le risposte della Fondazione e del sindaco non l’hanno convinta?

«Ma di quali risposte parliamo? I comunicati e le dichiarazioni che ho letto sono di carattere politico. Risposte nel merito dei punti che ho sollevato non ne ho avute. Anzi, ho messo a verbale la richiesta di una serie di documentazioni e le sto ancora aspettando».

Quindi il bilancio di previsione contiene problemi rilevanti?

«Altroché. Vede, il bilancio non poteva essere approvato. Tanto per cominciare, in entrata vengono iscritti 7 milioni di finanziamenti regionali. Ma la Regione ha stanziato 5 milioni. Il 19 gennaio, come consigliere di nomina regionale, ho chiarito come al momento non vi sono altri stanziamenti e che, se verranno, saranno certamente inferiori agli ulteriori due che si leggono nel previsionale. Mi sono meravigliato, quando il sindaco, anziché rinviare la decisione, almeno per aggiornare il documento, lo ha posto in votazione».

Però i recenti bilanci del passato si sono chiusi in pareggio.

«Qui parliamo del bilancio di previsione per il 2023, non dei conti del passato. E poi attenzione: io posso sempre avere che il bilancio di un ente si chiude in pareggio, magari grazie a lauti finanziamenti pubblici, ma poi nelle sue pieghe ci sono procedure discutibili e inefficienze». 

Quali sono le altre cose rilevanti che lei ha evidenziato?

«Una serie di previsioni di costi particolarmente ridotti, sui quali avevo già chiesto informazioni. Ma ad esempio anche la previsione delle entrate da bigliettazioni e abbonamenti, previste in crescita nel 2023 nonostante il fatto che il Teatro sia chiuso per 3 mesi. Poi c’è la spesa del personale e del piano di assunzioni su cui ho chiesto chiarimenti. La realizzazione della pianta organica è cosa positiva, ma deve poggiare su basi finanziariamente solide e bisogna verificare che rispetti procedure e i limiti di spesa».

Quindi c’è la questione dei costi dei dirigenti su cui tanto si è discusso anche in passato. 

«Infatti. Non si capisce perché sia stata introdotta la figura del direttore generale, quando la legge attribuisce quelle stesse funzioni al Soprintendente, e nonostante siano presenti diverse altre figure dirigenziali, a cominciare dal direttore amministrativo. Si tratta di un extracosto a mio avviso ingiustificato, e non deliberato dal Consiglio di indirizzo. La questione è rilevante se consideriamo che il Soprintendente ha un compenso fissato al massimo consentito dalla legge.

Al massimo?

«Sì, la legge fissa il limite in 240mila euro tutto incluso. E qui c’è anche un piccolo mistero su cui sarà meglio fare chiarezza. Gli uffici regionali hanno verificato che fino a qualche giorno fa sul sito del San Carlo, nella sezione amministrazione trasparente, si leggeva che lo stipendio era fissato in euro 240mila, ma si faceva riferimento anche a un costo per l’abitazione di 36mila euro. Questa indicazione della casa sembra ora scomparsa dal sito. Probabilmente si trattava di un costo incluso nei 240mila o magari di un errore. Meglio chiarire».