Risparmi alla patria? Realfonzo: la soluzione è il fondo di fondi con protezione
di Anna Messia,
Milano Finanza, 8 giugno 2024
Niente imposizioni e obblighi di investire in economia nazionale ma veicoli efficienti e sicuri per consentire di convogliare le risorse della previdenza integrativa verso le imprese italiane. Riccardo Realfonzo, economista e professore universitario, ex presidente del Fondo Cometa, è stato di recente nominato Coordinatore del Comitato Tecnico di Assofondipensione. Ma in questa intervista a MilanoFinanza ribatte alle proposte di Davide Serra a titolo personale. «Una riflessione, quella di Serra, condivisibile solo nella premessa», dice Realfonzo, «ovvero quando ricorda che appena il 5% della previdenza complementare, poco meno del 3% nel caso dei fondi negoziali, va oggi a finanziare le imprese italiane». Ma l’introduzione di un «obbligo a investire, come propone Serra, è a dir poco discutibile». I fondi pensione e le casse di previdenza investono poco in Italia semplicemente perché trovano migliori opportunità e rapporti rischio rendimento all’estero, aggiunge, spiegando che «costringerli a investire il 5% nel Paese sarebbe una forzatura che andrebbe a detrimento dei lavoratori aderenti ai fondi. D’altra parte, a differenza di quando curiosamente sostenuto da Serra, non c’è alcun obbligo simile in Francia, Germania o Svezia».
In Italia «abbiamo complessivamente un buon sistema di governance nei fondi negoziali italiani, che tra l’altro battono sistematicamente la rivalutazione del Tfr, e sono rigorosamente controllati dalla Covip. E aggiungerei, che investono anche nel fondo Algebris dello stesso Serra», continua Realfonzo, aggiungendo che, «viceversa, vale la pena ricordare che proprio nell’Inghilterra dove ha sede Algebris, due anni or sono la banca centrale è stata costretta a un intervento per salvare i fondi pensione inglesi dal fallimento a catena».
Come fare però, a questo punto, senza imposizioni dall’alto, ad incrementare gli investimenti della previdenza complementare verso le imprese del Paese? «Per riflettere seriamente sulla questione bisogna ricordare quali sono le ragioni del sottoinvestimento nell’economia italiana. Il motivo principale è ben noto. I mercati finanziari italiani sono molto sottili, principalmente a causa della struttura produttiva del Paese, caratterizzata dalla ridottissima dimensione media delle imprese. Ci sarebbe un grande bisogno di sostegno al sistema di piccole imprese, soprattutto attraverso gli strumenti del venture capital, del private equity e del private debt, ma il mercato è asfittico e anche i gestori nazionali sono mediamente molto piccoli nel confronto internazionale», sottolinea Realfonzo. Non a caso Assofondipensione, l’associazione che rappresenta i fondi negoziali, sta da tempo collaborando con Cassa Depositi e Prestiti nel Progetto Economia Reale, che stanzia risorse pubbliche e private per aumentare gli investimenti nell’economia reale italiana. Ma occorre un ulteriore salto di qualità che, secondo Realfonzo, sarebbe un fondo di fondi che investa risorse dei fondi pensione e risorse pubbliche nell’economia reale del Paese, con un meccanismo di protezione del rendimento a tutela del risparmio dei lavoratori aderenti ai fondi. «La proposta è stata da me avanzata e discussa, come presidente di Cometa, in Commissione Bicamerale sulla previdenza complementare. Si è avviato un lavoro di serio confronto sul tema con Cdp e il Fondo Italiano d’Investimento, che sta andando avanti», conclude. «Il governo sembra consapevole della necessità di intervenire in questa direzione. D’altronde, lo stesso sottosegretario Federico Freni ha discusso della necessità di superare le strozzature di mercato nel suo recente intervento al Salone del Risparmio». Per ora il governo ha annunciato un fondo che investirà nelle piccole e medie imprese quotate. «Ma la misura più importante e davvero urgente consiste nell’andare incontro alle piccole imprese che ancora non accedono né ai finanziamenti bancari né al mercato di borsa, e non riescono a crescere. È necessario introdurre un fondo di fondi che investa negli strumenti del venture capital e del private equity superando la preoccupazione ragionevole di molti fondi pensione mediante l’introduzione di uno strumento di protezione del rendimento». (riproduzione riservata)