Case e società miste. Realfonzo teste d'accusa

Case e società miste. Realfonzo teste d’accusa

di Giovanni Del Gaudio

Il Mattino, giovedì 25 marzo 2010


Case e immobili, ma anche società partecipate. Due inchieste che investono il Comune di Napoli, due fascicoli separati che trovano oggi un punto di contatto impensabile fino a qualche mese fa: è l’ex assessore comunale Riccardo Realfonzo, che ha presentato le dimissioni dopo un anno alle prese con la delega del Bilancio, una funzione strategica per la gestione della macchina amministrativa. Se n’è andato – ed è cosa nota – sbattendo la porta, lanciando strali che hanno spinto in questi giorni la Procura di Napoli a sentirlo come testimone, a convocarlo come persona informata dei fatti. È questo il motivo che ha convinto due pm napoletani a fare la stessa mossa, a percorrere la stessa strada, convocando come testimone l’ex assessore. Realfonzo è stato sentito a stretto giro come persona informata dei fatti, in due approfondimenti investigativi al momento allo stato iniziale. Indagano due pm del pool mani pulite – sezione del procuratore aggiunto Francesco Greco – titolari di indagini parallele sul Palazzo. Due inchieste che puntano a fare chiarezza su versanti decisivi della vita amministrativa napoletana. La prima riguarda le società miste: la loro composizione, tra presunti pressing della politica, su un ipotetico sfondo elettorale. Poi, c’è l’inchiesta sulla gestione del patrimonio: è un’indagine che punta a verificare redditività di case e pezzi pregiati, tra ipotesi di dismissioni rimaste a metà del guado, vendite all’asta e conti su cui sono in corso accertamenti. Ma andiamo con ordine. La doppia convocazione di Realfonzo in Procura nasce dalle accuse lanciate dall’ex assessore nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno. Siamo ai primi dello scorso dicembre, un anno dopo lo tsunami giudiziario dell’inchiesta Global service, tre mesi prima della clamorosa assoluzione degli imputati di aver fatto parte del sistema Romeo. L’assessore getta la spugna. E lo fa con uno sfogo che sembra avere un chiaro obiettivo: porre l’accento sulla «casta delle partecipate», ritenute macchine per il «consenso legate a prebende e privilegi», ma anche stigmatizzare una generica «mancanza di rigore, trasparenza e tutela dell’interesse collettivo». Parole che spingono gli inquirenti a valutare l’opportunità di ascoltare l’ex assessore, anche alla luce dei differenti spunti investigativi condotti dal pool che si occupa di appalti, colletti bianchi e società miste. Di qui la decisione di convocare Realfonzo, per acquisire una testiminianza dal di dentro, alla luce della sua esperienza di ex inquilino del Municipio. Parole messe a verbale in fascicoli ancora tecnicamente aperti, che promettono sviluppi e accertamenti giudiziari.