Le trattative di de Magistris





Le trattative di de Magistris. Intervista a Riccardo Realfonzo
di Roberto Fuccillo
Repubblica Napoli, 24 maggio 2013


“È COMINCIATA una nuova fase dell’era de Magistris, la trattativa per la sopravvivenza politica". Un anno dopo la sostituzione, Riccardo Realfonzo vede altri ex colleghi uscire da Palazzo San Giacomo e l’amministrazione sprofondare.
Il sindaco parla di rilancio.
"E invece tenta solo di resistere sulla poltrona. La sua credibilità è crollata per l’incapacità amministrativa e con il tonfo elettorale. Le clamorose contestazioni di piazza hanno fatto il resto. Rischiava di essere cacciato a furor di popolo e di perdere la maggioranza in Consiglio. È corso ai ripari".
Aprendosi alla città, dice lui.
"Archiviando definitivamente i propositi rivoluzionari e affidandosi alla vecchissima politica, dico io”.
Ce l’ha con Moxedano e Fucito?
"I consiglieri dovrebbero sancire la fine di questa esperienza, nell’interesse della Città. Invece qui li si tiene buoni con le poltrone…"
Insieme a Tommasielli e Palmieri, Sodano è uno dei tre sopravvissuti della prima giunta, in cui era anche lei.
"Conta Sodano, che è maestro in fatto di vecchia politica, il vero ispiratore del Sindaco e di tanti errori, dalle assunzioni in Asìa alla transazione con Romeo".
Forse in questa fase è venuto meno il Pd.
"La possibilità di resistere del sindaco è figlia della debolezza post-elettorale del centrosinistra. Ma se Bersani avesse vinto, oggi de Magistris contribuirebbe alla crescita del tasso di disoccupazione del Paese".
Invece abbiamo questo rimpasto.
"Che è peggio di quanto avevamo visto in passato. La Iervolino almeno seppe resistere a certe pressioni del Consiglio. E nei suoi rimpasti riuscì a chiamare ex ministri come Scotti e studiosi come Amaturo, Belfiore, D’Aponte. Qui, con buona pace di Daniele e del prof Calabrese, il livello è diverso”.
Cosa dobbiamo attenderci per il futuro?
“Il tentativo di riagganciare il Pd e Sel facendo leva sullo spazio aperto dai 600 milioni previsti dal recente decreto sui debiti della pubblica amministrazione. E forse una resistenza stentata. Ovviamente, il prezzo di tutto questo lo pagheremo noi napoletani che vedremo le tasse e le tariffe ai massimi, e sempre meno servizi pubblici”.