Il Robin Hood della politica


Riccardo Realfonzo: il Robin Hood della politica
di Enza Nunziato
Il Sannio, 23 febbraio 2011

Oggi, presso l’Università del Sannio (in piazza Guerrazzi, alle 16,00), si terrà la presentazione del libro di Riccardo Realfonzo “Robin Hood a Palazzo San Giacomo” (Pironti). Il libro descrive l’esperienza di Realfonzo come assessore al bilancio del Comune di Napoli, dal gennaio al dicembre 2009. Una esperienza caratterizzata da numerosi conflitti e conclusasi con le dimissioni di Realfonzo e i suoi attacchi di clientelismo alla gestione politica del sindaco Iervolino. La vicenda ha fatto molto discutere i media, dal momento che la critica al sistema di potere bassoliniano questa volta è provenuta da un studioso noto - ordinario presso l’Università del Sannio ed editorialista del Sole 24 Ore – che per di più in passato è ha lavorato in Industria 2015, con Bersani, e poi, come consigliere economico, con Vendola.
Professore, può dirci quale è stato il tentativo che lei ha compiuto al Comune di Napoli?
“Quando sono stato nominato assessore al bilancio a Napoli, come tecnico, nel gennaio 2009, ho provato ad aggredire due problemi gravissimi: la disastrosa situazione dei conti del Comune e l’inefficienza complessiva del sistema delle società partecipate del Comune, che erogano i servizi pubblici fondamentali. Sul primo versante, ho messo in campo una azione di verità sui conti, di lotta ai debiti fuori bilancio, di taglio degli sprechi. Sul secondo versante, ho stretto i controlli sul sistema delle partecipate e ho provato ad avviare una azione di riduzione del numero dei consiglieri di amministrazione e di sostituzione di figure inadeguate, spesso designate dai partiti, con tecnici qualificati. Ho anche tentato di affrontare una serie di questioni nell’intento di abbattere i costi dei servizi, a cominciare dalla raccolta dei rifiuti, e migliorarne la qualità”.
Intenti sicuramente lodevoli, e poi cosa è successo?
“Intanto mi lasci dire che io cercavo di rendere concreto il mio slogan “rigore nel pubblico per la difesa del pubblico”. Il che poi significava tenere i servizi fondamentali in mano pubblica, evitando le privatizzazioni, ma tentando di abbattere i costi e migliorare la qualità dei servizi da erogare ai cittadini. In ogni caso, il fatto è che dopo i primi mesi, in cui il sindaco Iervolino sembrava appoggiare la svolta politica, e dopo alcuni risultati positivi, la mia azione è stata in tutti i modi ostacolata. Addirittura, i controlli elementari che avevo posto in essere rispetto alle società partecipate del Comune, nell’ambito della disciplina del “controllo analogo” erano sistematicamente aggirati da numerosi amministratori. Come ho documentato nel libro, alle mie richieste non veniva dato risposta. E la cosa più clamorosa è che erano gli stessi vertici dell’amministrazione comunale a dare disposizioni di non dare seguito alle mie richieste. Eloquente è anche la vicenda della battaglia per l’acqua pubblica. Anche in questo caso, nonostante l’approvazione di una importante delibera in Consiglio Comunale, andai a sbattere contro un muro di gomma”.
E quindi?
“E quindi, dapprima tentai di fare leva sulle forze che mi appoggiavano in Consiglio Comunale, poi denunciai gli ostacoli che incontravo alla stampa. Alla fine la cosa più coerente da fare è stata rassegnare le dimissioni”.
Quale è lo scopo del suo libro?
“Chiarire inequivocabilmente ai cittadini, in primo luogo ai napoletani e ai campani, quale sia stata la parabola negativa del sistema bassoliniano e iervoliniano, con l’obiettivo di suscitare la consapevolezza della necessità di una svolta, di un cambiamento profondo. Con questa malapolitica Napoli, la Campania e il Mezzogiorno non potranno imboccare la via del rilancio economico e sociale. La questione morale pesa troppo, pesa come un macigno. Serve una svolta di buona politica e progressista; è necessario che, a cominciare dal Comune di Napoli le forze di centrosinistra ritrovino lo slancio necessario per proporre una discontinuità credibile, di uomini e di programmi”.
E lei?
“Io continuo a svolgere con entusiasmo il mio lavoro di docente universitario, qui, presso l’Università del Sannio, ormai da quasi venti anni”.