Non sono tutti debiti del passato. Intervista a Riccardo Realfonzo

Non sono tutti debiti del passato. Intervista a Riccardo Realfonzo
di Titti Beneduce
Corriere del Mezzogiorno, 8 marzo 2018


Nel 2011, quando era assessore, lei propose di dichiarare il dissesto per evitare conseguenze più pesanti per la città. La sua linea non passò. Crede che se la sua proposta fosse stata accolta oggi Napoli sarebbe fuori dal guado?

Inizialmente, nel 2011 illustrai al Sindaco con dovizia la condizione grave in cui versava il Comune. Chiarii che o si introducevano riforme incisive, che pure proposi nel dettaglio, o sarebbe scattato il dissesto. Fu fatto poco o nulla, nonostante le insistenze mie e di altri assessori. Il mio ultimo atto da assessore fu ordinare una ricognizione dei conti che portò nell’autunno 2012 a quantificare un buco di bilancio di 850 milioni. A quel punto il Comune era di fatto in dissesto. Sarebbe stato doveroso dichiararlo subito, per evitare aumenti continui di tasse e tariffe, lo stillicidio di pratiche contabili a dir poco discutibili, l’azzeramento dei servizi pubblici locali cui abbiamo assistito, a cominciare dai trasporti. D’altronde, la mancata dichiarazione di dissesto ha fatto ampliare il buco di bilancio, che a fine 2016 ha superato i due miliardi e mezzo.

Cosa pensa di questa sentenza delle Sezioni Riunite?

Non conosciamo ancora il dispositivo di questa sentenza. Ciò che è chiaro è che essa dà ragione alla Sezione Campana della Corte dei Conti, la quale nell’ottobre scorso aveva emesso una delibera pesantissima che metteva a nudo la verità dei conti e smascherava talune procedure contabili del Comune. In particolare, la sentenza con cui le Sezioni Riunite condannano il Comune riguardano i debiti fuori bilancio maturati nel 2016. Si tratta di oltre 250 milioni di debiti che, a differenza di ciò che prevede la legge, non sono stati coperti da opportuno stanziamento in quell’anno ma ignorati, trasferiti al futuro, ampliando la capacità di spesa e violando – scrive la Corte – le norme sulla verifica degli equilibri.

Ma è vero che si trattava di debiti del passato?

In parte, come nel caso del famoso debito verso il Consorzio Cr8. Ma per oltre cento milioni quei debiti si erano formati nel corso dell’ultimo periodo. E comunque le norme di tutto il mondo prevedono che vecchi o nuovi che siano, piaccia o meno, i debiti non possono essere ignorati.

Quali sono le conseguenze di questa sentenza?

Gli effetti sicuri della sentenza sono il taglio dei trasferimenti al Comune di Napoli per un importo pari allo sforamento quantificato dalla Corte; il blocco delle assunzioni programmate; il blocco degli investimenti. La delibera della Corte dei Conti campana dell’ottobre scorso arrivava poi a ipotizzare responsabilità personali degli amministratori in carica “consistenti – sono parole della Corte – nell’avere deliberatamente conseguito il rispetto del saldo obiettivo dissimulando il suo sforamento” e rinviando con ciò alla Procura.  Di certo vi dovrebbe essere il taglio del 30% delle loro indennità. Vedremo se ci saranno azioni di danno erariale. L’individuazione di altre eventuali più gravi responsabilità spetta ovviamente alle autorità competenti.

Ma il taglio dei trasferimenti può portare alla dichiarazione formale di dissesto?

Non conosciamo ancora l’entità del taglio. Se fosse molto ampio, come è possibile ipotizzare, esso avrà un impatto pesante sui disastrati conti del Comune creando gravissime difficoltà nel deliberare il bilancio di previsione a fine mese, portando al limite al dissesto. Ma forse vi è un’altra maggiore insidia.

A cosa si riferisce?


Vede, la Sezione campana della Corte dei Conti ha una conoscenza tecnica molto approfondita dello stato dei conti del Comune. E per questo già nel 2013 aveva bocciato il Piano di Riequilibrio e chiesto lo stato di dissesto. Ma a quell’epoca le Sezioni romane, sorprendentemente, ribaltarono la decisione. Oggi, invece, Roma dà ragione alla Corte campana. Ebbene, chiunque abbia letto la delibera 140 dell’ottobre scorso, sa bene che la Corte campana non solo ha messo a nudo lo stato fallimentare dei conti del Comune ma ha anche sollevato pesanti perplessità sul piano della legalità e della trasparenza dei conti. In primavera questa stessa Corte dei Conti campana dovrà approvare il nuovo Piano di Riequilibrio deliberato dalla Giunta comunale il mese scorso. Mi domando: lo approverà?