Approvato il bilancio: una netta inversione di rotta

Il bilancio di previsione 2009 del Comune di Napoli è stato approvato in Consiglio Comunale, nonostante la crisi economica violenta, i tagli del Governo Berlusconi e le pesanti eredità del passato. E' un bilancio ambizioso, che prova a cambiare il passo della Amministrazione comunale napoletana. D'altra parte ho accettato l'incarico di assessore per cambiare, nell'interesse della Città. Diversamente sarei restato a fare il docente universitario.


Una netta inversione di rotta nonostante i tagli di Berlusconi

Repubblica Napoli, 7 maggio 2009

di Riccardo Realfonzo
Assessore al bilancio del Comune di Napoli

La decisione del Consiglio comunale di Napoli di approvare il bilancio previsionale 2009 è un fatto politico di assoluto rilievo. Quando, all’inizio di quest’anno, accettai l’incarico di Assessore al Bilancio per redigere il principale documento contabile del Comune, era alquanto diffusa l’opinione che ben difficilmente l’impresa sarebbe riuscita. A onor del vero non si trattava di un giudizio del tutto peregrino o necessariamente tendenzioso. Il quadro in cui la nuova giunta iniziò ad operare era oggettivamente difficile. I tempi apparivano strettissimi, la congiuntura economica peggiorava di giorno in giorno, lo scacchiere politico risultava altamente instabile, e vi era ben poca fiducia nella possibilità che delle personalità magari rispettate in ambito scientifico ma ritenute politicamente inesperte potessero in così breve tempo prender le redini di una macchina comunale complicatissima e, sotto certi aspetti, anche refrattaria al cambiamento. Ebbene, per una volta i pessimisti sono stati smentiti. Nonostante l’irresponsabile decisione del governo Berlusconi di prosciugare le casse dei comuni italiani, nonostante il sopraggiungere della più grave crisi economica dai tempi del dopoguerra, con l’impegno del Sindaco e con l'azione responsabile dei consiglieri di maggioranza siamo riusciti a presentare e a fare approvare un bilancio che segna una decisiva inversione di rotta rispetto alle cattive abitudini del passato, poiché da esso emerge limpida una linea di indirizzo orientata al rigore finanziario, all’efficienza amministrativa e all’equità sociale.
Gli elementi di maggiore rilievo del bilancio appena approvato possono essere sintetizzati nei seguenti termini. In primo luogo, è necessario mettere in chiaro che ci siamo trovati ad operare in una situazione che possiamo senza indugio definire di assoluta emergenza. Infatti, abbiamo dovuto far fronte a un vero e proprio crollo delle entrate del comune: ben 264 milioni in meno rispetto al 2008, principalmente causati dalla decisione irresponsabile del governo Berlusconi di tagliare le erogazioni agli enti locali e stringere i vincoli del Patto di Stabilità proprio nel momento di maggior bisogno, cioè quando la crisi economica iniziava a rivelare tutta la sua potenza distruttiva. Questa caduta verticale delle disponibilità finanziarie è stata in piccola parte mitigata da un intervento in extremis della Regione, che tuttavia in termini di spesa corrente ed immediatamente disponibile è risultato ampiamente inferiore alle erogazioni dell’anno passato. La verità, dunque, è che il tracollo delle entrate è stato affrontato in larghissima parte grazie a un impegno senza precedenti del Comune di Napoli. Abbiamo infatti approvato un drastico contenimento delle spese amministrative: per la prima volta in assoluto abbiamo raggiunto una intesa decisiva per un forte ridimensionamento delle spese complessive per il personale, al quale si sono aggiunti tagli alle consulenze e a numerose altre voci di spreco. Inoltre, abbiamo ridotto i corrispettivi destinati alla gran parte delle società partecipate del Comune ed abbiamo posto le basi per intensificare i controlli sulle gestioni aziendali, oltre ad avviare una politica di riduzione del numero dei componenti dei consigli di amministrazione. Questa politica di rigore ha comportato non poche tensioni e sacrifici. È tuttavia proprio grazie ad essa che abbiamo potuto aumentare significativamente la spesa sociale a favore delle fasce sociali più deboli e disagiate; ed abbiamo potuto anche determinare un discreto incremento dei fondi per la manutenzione delle strade, degli edifici scolastici, delle strutture sportive e, sebbene in minor misura, del verde pubblico. Inoltre, sono gli interventi di razionalizzazione della spesa che ci hanno permesso di varare un piano triennale di assunzione di giovani qualificati e di fare uscire da un lungo precariato circa 250 maestre impiegate negli asili e nelle scuole comunali. Ed ancora, è sempre grazie alla razionalizzazione della spesa che abbiamo potuto almeno in parte contrastare gli effetti deleteri della assurda decisione del Governo Berlusconi di imporre ai comuni di Napoli e della Campania un aumento pesantissimo e intempestivo della Tarsu (la tassa sui rifiuti). In questo senso, allo scopo di mitigare gli effetti recessivi e regressivi di questo balzello, siamo riusciti a finanziare un eccezionale aumento dei rimborsi della tassa a favore dei cittadini meno abbienti e degli abitanti dei quartieri in cui vi sono discariche, fino a 20 volte i valori previsti nel 2008.
Di fronte a questi fondamentali risultati lasciano dunque il tempo che trovano le polemiche di questi giorni che attribuiscono a questa Amministrazione la responsabilità dell’incremento della Tarsu, l’introduzione di una nuova “tassa sui defunti”, l’erogazione di un finanziamento per la tutela dei mastini napoletani, e così via. Simili trovate testimoniano solo una cosa: gli oppositori alla manovra di bilancio non sono mai stati capaci di proporre una credibile alternativa di politica economica rispetto a quella sostenuta dalla giunta in carica, e pur di polemizzare si sono visti costretti a ricorrere alla fantasia. Ed è per queste ragioni che mentre abbiamo molto apprezzato che il Consiglio Comunale abbia saputo ripescare alcune piccole proposte del centrodestra in merito essenzialmente alle strutture sportive, con impatto sul bilancio estremamente contenuto, siamo anche soddisfatti di avere agito efficacemente da argine, nelle tante e lunghe sedute che hanno portato alla approvazione del bilancio, rispetto ad alcune inaccettabili istanze dell’opposizione ed al rischio che riaffiorassero pratiche da “marmellata consociativa” che di certo non aiuterebbero la Città.
Ad ogni modo, non è da quelle risibili contestazioni che scaturiranno i grandi problemi di fronte ai quali il Comune di Napoli verrà a trovarsi nei prossimi mesi. Piuttosto, i dati mostrano che la crisi economica si spande a macchia d’olio, e che il Mezzogiorno e le altre aree periferiche subiranno colpi ancor più pesanti di quelli già ricevuti durante l’anno. La caduta del reddito disponibile proseguirà per un consistente periodo di tempo, e le entrate degli enti locali tenderanno a prosciugarsi. La stretta alle casse del Comune e una ulteriore difficoltà delle riscossioni si farà dunque sentire fortissima già nei prossimi mesi. A riguardo, il bilancio approvato fissa le condizioni per l’avvio di un rigoroso controllo delle voci di riscossione ereditate dal passato, e per una lotta senza quartiere alla evasione. Tuttavia è inutile nascondersi dietro un dito: se il governo nazionale non abbandona la nefasta politica restrittiva finora perseguita, e se quindi non si dispone ad aumentare le erogazioni a favore degli enti locali, il rischio di una crisi della gran parte dei comuni italiani si farà concreta. In questo contesto, è facile prevedere che ripartiranno alla carica coloro i quali sono interessati a sfruttare le difficoltà finanziarie dell’ente per indurlo a svendere le aziende municipali ai privati. È bene allora ribadire un punto: già con questa manovra di bilancio ci siamo opposti a simili ipotesi e anche nel futuro i servizi pubblici fondamentali, a partire dall’acqua, dovranno restare sotto la proprietà e il controllo pubblico. È questa una condizione fondamentale per impedire l’aumento indiscriminato delle tariffe, ed è anche una garanzia di equità di fronte al dilagare degli interessi privati nella cosa pubblica. Quello dell’acqua e dei servizi pubblici resterà dunque un punto fermo della linea di indirizzo politico del mio Assessorato e credo che possa diventare anche un elemento caratterizzante e vincente della giunta comunale in carica e della maggioranza che la sostiene.