Sull'acqua il Pd deve dire come la pensa

Incredibile la vicenda del bando di gara regionale per l'affidamento a privati della gestione di due importanti acquedotti campani. L'articolo qui in basso ricostruisce gli eventi:
Sull'acqua il Pd deve dire come la pensa
di Riccardo Realfonzo
Corriere del Mezzogiorno, 14 novembre 2009

Nei giorni scorsi mi sono rivolto con una lettera aperta (“Corriere del Mezzogiorno”, 30 ottobre 2009) al presidente Bassolino invitando la Regione Campania a compiere dei passi concreti in difesa dell’acqua pubblica, seguendo la scia dei recenti provvedimenti adottati dalla Regione Puglia e soprattutto sostenendo la linea politica del Consiglio Comunale di Napoli, che nel luglio scorso approvò una importante mozione con la quale riconobbe che l’acqua è un diritto fondamentale, il bene comune per eccellenza, e che pertanto deve essere gestita da un soggetto pubblico che abbia a cuore l’interesse collettivo e non certo il profitto. Insomma, chiedevo al presidente Bassolino di aiutarci a contrastare l’indirizzo di forte privatizzazione dei servizi pubblici locali, a cominciare dall’acqua, che il governo sta portando avanti con la conversione in legge del decreto Fitto-Calderoli.
Ebbene, il 3 novembre scorso - sempre sul “Corriere del Mezzogiorno”, in un articolo dal titolo “Sulla gestione dell'acqua Realfonzo ha ragione” - l’Assessore Regionale all’Agricoltura Gianfranco Nappi, che come è noto è uno stretto collaboratore del presidente Bassolino, conveniva sul fatto che “solo una gestione e, in ogni caso un indirizzo pubblico, possono assicurare l’effettivo perseguimento di finalità e obiettivi di interesse generale” e proponeva un incontro istituzionale per definire una gestione comune più efficiente della risorsa acqua. Si tratta di posizioni che anche altre esponenti del Pd hanno ripreso nei giorni successivi (si veda ad esempio l’articolo del consigliere regionale Antonio Amato, apparso il 7 novembre su “Repubblica”), anche rivendicando la presentazione di una proposta di legge regionale per “la costituzione di una Spa a totale capitale pubblico per la gestione e manutenzione della rete idrica regionale”. Abbiamo dunque assistito a una serie di interventi di esponenti del Pd partenopeo che si sono mossi nella traccia della linea assunta dal gruppo del Pd in Consiglio Comunale, che ha sostenuto unanimemente la mozione sull'acqua pubblica.
Alla luce di tutto ciò, stupisce non poco leggere sul Bollettino regionale n. 67 del 2 novembre scorso che la Regione Campania ha indetto (con Decreto dirigenziale 731 del 16 ottobre 2009) una gara per l’affidamento ad un soggetto privato del “Servizio di Gestione degli Acquedotti Regionali”, attività di gestione sino ad ora effettuata direttamente dalla Regione e in particolare dal Settore Ciclo Integrato delle Acque. Non può sfuggire che con questo atto la Giunta Regionale pone le basi per la privatizzazione della gestione di due importantissimi acquedotti campani, quello del Torano-Biferno e quello del Sarno. Insomma, il sistema dei grandi acquedotti regionali rischia di essere privatizzato proprio nel momento in cui più forte è la richiesta che l’acqua e la sua gestione rimangano pubbliche e siano gestite da un soggetto interamente pubblico. E ciò avviene proprio mentre autorevoli esponenti del partito che sostiene la Giunta Regionale fa grandi esternazioni in difesa dell'acqua pubblica.
Di fronte a tali contraddizioni sarebbe il caso che i responsabili del Pd campano chiarissero quale sia la posizione del partito sulla questione dei servizi pubblici locali, e in particolare della gestione dell’acqua. Se, come ci auguriamo, il Pd abbandonasse le ambiguità e facesse propria la linea della difesa dell’acqua pubblica, allora sarebbe bene che agisse di conseguenza, invitando la Giunta regionale ad annullare immediatamente la gara in corso e a fornire una chiara indicazione nel senso della proprietà e della gestione pubblica dell’intero sistema dei servizi idrici, dai grandi acquedotti fino al rubinetto di casa. A mio parere questa è da considerarsi una condizione necessaria per avviare proficuamente gli incontri istituzionali proposti da Nappi. Nel frattempo il Comune di Napoli procede speditamente in questa direzione ed ha già chiesto formalmente all’ATO2 – il Consorzio di Comuni che gestisce il servizio idrico integrato del quale fa parte il Comune – di deliberare attribuendo la gestione dell’acqua a un soggetto interamente pubblico.