Lettera del Comitato civico per la difesa del diritto all'acqua di Nola

Ho apprezzato moltissimo la lettera indirizzatami dal Comitato civico per la difesa del diritto all'acqua di Nola (qui in basso). La mia opinione, l'ho detto e lo ripeto, è che le forze progressiste e i movimenti dovrebbero coordinarsi sul piano nazionale e su quello locale per sventare il rischio di una privatizzazione della gestione del servizio idrico integrato e andare verso una piena ripubblicizzazione dell'acqua. Personalmente, sono a disposizione di quanti volessero procedere in questa direzione e per quanto riguarda il Comune di Napoli mi batto per evitare che possano scattare le gare e per tenere l'acqua sotto il controllo del Comune e quindi dei cittadini.
Grazie al Comitato di Nola e complimenti vivissimi per il lavoro che fate.
(25.11.09)

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LETTERA APERTA ALL’ASSESSORE COMUNALE DI NAPOLI REALFONZO
Egr. Assessore Realfonzo,il Comitato civico per la difesa del diritto all’acqua di Nola è perfettamente d’accordo con Lei in merito a quanto dichiarato sul Corriere del Mezzogiorno del 30 ottobre e 14 novembre 2009 sui seri rischi di privatizzare la gestione del servizio idrico regionale, anche a seguito della pubblicazione sul bollettino regionale n. 67 del 02 11 09 della indizione da parte della Regione Campania di una gara europea per l’affidamento ad un soggetto privato del Servizio di gestione degli acquedotti regionali, quelli del Torano-Biferno e del Sarno.
Purtroppo gli utenti dell’ATO3 Campania (l’unico dei 5 della Regione Campania), comprendente 76 comuni (tra cui Nola), già dal 2004 sta vivendo il dramma della privatizzazione del servizio idrico, attraverso l’affidamento ad un gestore di nome G.O.R.I (che sta per Gestione Ottimale Risorse Idriche), nato interamente pubblico e in seguito aperto al privato attraverso l’indizione, da parte del Consiglio di Amministrazione dell’ATO, di una gara europea, andata deserta, e successivamente affidato (a trattativa privata) all’ACEA, assorbendo inizialmente il 19% delle quote azionarie, fino ad arrivare ad oggi a detenere il 49% delle quote societarie dell’Ente gestore, privatizzando di fatto il servizio idrico integrato.
Nel novembre 2004 ai cittadini di Nola fu recapitata la prima bolletta del nuovo gestore (GORI), fino a quel momento il servizio era stato gestito dal Comune.
In Città ci furono i primi fermenti, si cercò di sapere di più di questo nuovo gestore e chi aveva aderito. Ben presto scoprimmo che il Comune di Nola il 15 marzo del 2004, attraverso il suo Commissario Prefettizio dott. Pasquale Manzo, delegando il suo sub, dott. Ruocco, aveva trasferito con un accordo la rete idrica (gran parte rifatta negli anni ‘80 dal Comune con i soldi dei cittadini) al nuovo ente gestore. Tutto questo a meno di tre mesi dal rinnovo del Consiglio Comunale. L’accordo non fu ratificato né da un atto deliberativo del Consiglio Comunale da parte del Commissario né dal nuovo Consiglio Comunale eletto nel giugno 2004.
Tutto questo portò alla costituzione del Comitato nel febbraio 2005. Iniziammo una battaglia per la ripubblicizzazione dell’acqua nella indifferenza totale dei partiti politici locali, provinciali e nazionali. Ben presto iniziammo una battaglia per non riconoscere l’accordo fatto dal Commissario straordinario. Circa il 60% dei cittadini non pagò le bollette ed oggi, attraverso delle azioni legali intraprese, pendono oltre 500 ricorsi presso i giudici di pace e i giudici ordinari per il non riconoscimento dell’accordo.
Tra l’altro il Consiglio Comunale, su proposta del Comitato, indisse per il 21 dicembre 2008 un referendum consultivo che chiedeva ai cittadini di esprimersi sulla ripubblicizzazione dell’acqua. Votarono 8.300 elettori e il 98% si espresse per la ripubblicizzazione.
A cinque anni dalla privatizzazione del S.I.I. nell’ATO3 Sarnese-Vesuviano questi sono i risultati: abbiamo un Ente Gestore GORI con 798 dipendenti (tutti assunti per lottizzazione politica), gli Enti Comunali hanno ancora a proprio carico il 100% dei dipendenti utilizzati per la manutenzione del servizio. Il Comune di Nola per i 13 dipendenti della manutenzione (che utilizza per altri servizi?) paga circa 400mila euro all’anno e la Regione Campania si era impegnata a fare un regolamento attuativo per il trasferimento del personale dai Comuni all’Ente Gestore in sei mesi. Sono trascorsi 5 anni e del regolamento non c’è traccia. L’Ente Gestore GORI ha chiuso l’esercizio 2008 con una perdita di 31 milioni di euro, tanto che il Consiglio di Amministrazione dell’ATO3 il 31 dicembre 2008, su richiesta dell’amministratore delegato dell’ACEA (parte privata), dott. Tempesta, ha chiesto un adeguamento della tariffa per coprire le perdite. Il Consiglio di Amministrazione, prima aumentò del 38% la tariffa media, poi revocò la delibera.
Il Consiglio di Amministrazione dell’ATO3, con deliberazione n. 9 del 10 luglio 2009, ha approvato il regolamento del servizio idrico integrato e il regolamento delle agevolazione tariffarie per le utenze deboli. Per gli utenti che hanno un ISEE pari a 6mila euro all’anno la fascia di gratuità dell’erogazione idrica passa da 15 mc. a 25 mc. a trimestre, e poiché tale situazione porta una riduzione dei ricavi di circa 6 milioni di euro, le tariffe per le fasce non agevolate vengono nuovamente aumentate.
Oggi, egr. Assessore Realfonzo, noi utenti dell’ATO 3 siamo soggetti a cinque fasce tariffarie a trimestre: I fascia per consumi essenziali fino a 23 mc a trimestre, si paga € 0,5775; II fascia utenza normale da 23 mc. a 46mc. a trimestre per il bacino I, si paga € 1,1550 mc., mentre per il bacino II € 1,0700; fascia III da 46 mc. a 92 mc. a trimestre per il bacino I, si paga € 1,6170 a mc, mentre per il bacino II € 1,4980; IV fascia da 92 mc. a 138 mc a trimestre € 2,1945 a mc. per il bacino I e € 2,0330 per il bacino II. Infine V fascia superiore a mc. 138 € 2,8875 a mc. per il bacino I, € 2,6750 bacino II. Queste le tariffe attuali. Fino al 2004, con la gestione comunale la fornitura dell’acqua veniva pagata a 0,42 euro a mc. Come si vede, dal 2004 ad oggi la privatizzazione ha triplicato le tariffe! Quindi una famiglia media di quattro persone annualmente per il solo servizio di fornitura paga € 320,00 + € 6,50 a trimestre per quote fisse. Se a questo ci aggiungiamo i costi degli autoclave e la manutenzione degli stessi per circa 320,00 euro annui (in quanto la pressione dell’acqua è così bassa che non raggiunge nemmeno i primi piani degli edifici), l’acquisto di acqua minerale per altri 280,00 euro annuali e altri 70 euro annuali per manutenzioni varie a causa della durezza dell’acqua che riduce la vita media degli elettrodomestici di oltre un terzo, arriviamo alla somma annua di 1.016,00 euro per la sola voce "acqua" del bilancio familiare.
Figuriamoci con la privatizzazione della gestione delle reti regionali di quanto aumenterà ancora la tariffa! All’Assessore Ganapini che dice che questo comporterà un risparmio di circa 10 milioni di euro per le casse regionali, noi rispondiamo: perché non intervenire su tutti i contributi a pioggia che vengono elargiti ad associazioni clientelari e i debiti delle partecipate, anziché appesantire i bilanci familiari?
COMITATO CIVICO PER LA DIFESA DEL DIRITTO ALL’ACQUA - NOLA